E’ drammatica la situazione nel carcere di Augusta. Dopo i due detenuti morti in ospedale a causa dello sciopero della fame, un terzo recluso ha provato a togliersi la vita impiccandosi. Ne dà notizia il senatore del Pd, il siracusano Antonio Nicita che ha presentato un’interrogazione parlamentare.

“Nel giro di pochi giorni sono morti, dopo il trasferimento in ospedale, due detenuti ricoverati in gravi condizioni dopo aver iniziato uno sciopero della fame per protestare contro le condizioni di detenzione. Un terzo detenuto ha tentato il suicidio con impiccagione, entrando in coma, soccorso in ospedale e pare oggi fuori pericolo”

Chi sono le vittime

Il senatore Nicita ha anche reso note le identità delle due vittime: Liborio Davide Zarba Liborio, deceduto in ospedale alle prime ore del mattino e Victor Pereshchako , deceduto sempre in ospedale tra le 7.30 e le 7.40 martedì mattina.

L’interrogazione al ministro

“Nell’interrogazione si chiede di conoscere – dice Nicita – quali misure urgenti il Ministro competente intende adottare per intervenire su una situazione di evidente crisi che era già stata, peraltro, segnalata dal Sen. Nicita e da altri colleghi in una interrogazione nei mesi scorsi. A quell’interrogazione il Governo aveva risposto solo sul piano delle risorse umane addizionali che dovrebbero essere garantite in un prossimo futuro e non anche sul piano dell’assistenza sanitaria e psicologica. I nuovi gravissimi fatti rendono del tutto insoddisfacente l’attenzione che il Governo finora ha riposto sulla vicenda. Di qui la nuova interrogazione cui seguiranno successive nuove ispezioni”.

L’intervento di Italia Viva

“Negli ultimi giorni il carcere di Augusta è stato luogo di una serie di spiacevoli eventi che hanno confermato le preoccupazioni più volte esposte da Italia Viva” dice il coordinatore provinciale di Italia Viva Siracusa e Consigliere comunale di Augusta Manuel Mangano. Che aggiunge: “Le notizie provenienti dal carcere di Augusta sono terrificanti: morti per sciopero della fame, arresti per traffico di droga e introduzione di cellulari all’interno della struttura, il tutto in pochissimi giorni.