Il braccio di ferro per il trasferimento del Seppellimento di Santa Lucia da Siracusa a Rovereto lo ha vinto Vittorio Sgarbi. Il presidente del Mart, che spingeva per il prestito dell’opera nell’ambito di una mostra sul maestro della luce, è riuscito a spuntarla sul fronte del No, composto da alcune associazioni (Italia Nostra Sicilia, Dracma, SiciliAntica, Comitato Ortigia Sostenibile, BCsicilia, e l’associazione Amici del Caravaggio) e da un gruppo di circa 350 intellettuali, contrario alla partenza della tela. La dichiarazione di resa è stata pronunciata dal critico d’arte Paolo Giansiracusa, il leader della “coalizione” anti Sgarbi, sulla sua pagina Facebook.
“Il Caravaggio parte per Roma. A una città – si legge nel post di Giansiracusa – che non ha volontà né forza politica potete togliere tutto. È nel vuoto politico che vanno ricercate le ragioni in base alle quali il dipinto di Siracusa sia l’unico ad essere condannato a viaggiare . Povera terra nostra”. Il passaggio a Roma è legato al successivo trasferimento a Rovereto, in quanto l’opera subirà degli interventi di restauro. Contro il prestito, nelle settimane scorse, si era espressa anche l’Arcidiocesi di Siracusa, che all’inizio dell’anno, si era, invece, pronunciata per il sì.
Il passo indietro è stato giustificato con le mutate condizioni che, secondo la Curia, imporrebbero i lavori di restauro a Siracusa per i rischi di un viaggio dell’opera. “Con amarezza – si legge nella lettera – dobbiamo prendere atto che il nostro parere, con i richiami e le condizioni indicate, non abbia ricevuto nessun tipo di riscontro” per cui “chiediamo di voler riconsiderare l’intera vicenda del quadro in oggetto evitando l’allontanamento dell’opera dalla città se non giustificato da importanti esigenze di restauro non eseguibili in loco”.
L’Arcidiocesi si era rivolta al Fec, proprietario dell’opera, per bloccare il prestito del Seppellimento di Santa Lucia, che, secondo quanto svelato da Sgarbi, non sarebbe gratuito perché il Mart pagherà il restauro e realizzerà una teca per la custodia della tela che, una volta finita la mostra, sarà collocata nella sua casa originaria, la Chiesa di Santa Lucia alla Badia.