Giro di vite dei carabinieri del Nucleo ispettorato del lavoro nei confronti di 3 imprenditori accusati di sfruttamento del lavoro nero e mancati requisiti di sicurezza nei luoghi di lavoro.
Nel corso delle ispezioni effettuate, è stata accertata la presenza di 8 lavoratori in nero su un totale di 15. Nei confronti delle aziende controllate, legate alla ristorazione, è stato adottato il provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale “per gravi violazioni in materia di tutela della salute e della sicurezza del lavoro e per l’impiego di personale senza preventiva comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro”.
Inoltre i militari hanno denunciato alla Procura della Repubblica di Siracusa un lavoratore straniero, ritenuto responsabile di essersi trattenuto all’interno dello Stato italiano senza permesso di soggiorno. Nei suoi confronti è stato notificato il decreto di espulsione dal Territorio dello Stato Italiano.
Nel complesso, i carabinieri del Nil hanno comminato sanzioni per un importo superiore di circa 100 mila euro.
Le Fiamme gialle della Compagnia di Augusta, nei mesi scorsi, hanno compiuto un controllo in un cantiere edile nel centro storico della città megarese durante il quale è stato scoperto un lavoratore “in nero”, per il quale non era stata comunicata l’assunzione al Centro dell’impiego.
Sono stati inoltre individuati due dipendenti privi dell’apposito casco di protezione, di cui è obbligatorio l’uso: entrambi, pertanto, sono stati segnalati alla Procura della Repubblica di Siracusa, unitamente al datore di lavoro, per le conseguenti contravvenzioni in materia di sicurezza sul lavoro previste dal Decreto Legislativo 81/2008.
I finanzieri della Tenenza di Lentini, invece, durante un controllo hanno scoperto un panificio gestito in totale spregio alle norme contributive e previdenziali. È emerso, infatti, che l’attività commerciale controllata impiegava due lavoratori “in nero”, i quali, tra l’altro, percepivano indebitamente il reddito di cittadinanza, unitamente al datore di lavoro. I tre, pertanto, sono stati segnalati all’I.N.P.S. per la decadenza del beneficio ed all’Autorità Giudiziaria per l’indebita percezione dello stesso. In relazione alle violazioni riscontrate, i titolari delle imprese oggetto di controllo sono stati segnalati all’Ispettorato territoriale del lavoro (per la cosiddetta “maxisanzione”) e per la regolarizzazione dei rapporti lavorativi. Nel primo caso, è stata proposta ed applicata la sospensione dell’attività, in quanto la forza lavoro irregolare superava il 10% del personale impiegato.