Sono 25 le liste che parteciperanno alle elezioni amministrative del 28 e del 29 maggio prossimi. Sono 800 i candidati per 32 posti al Consiglio comunale, che non si riunisce dal novembre del 2019, quando fu sciolto, sulla scorta di una legge regionale poi abrogata, per non aver votato il conto consuntivo del 2018.

Le stranezze nei nomi dei candidati

Emergono delle curiosità in alcune liste, soprattutto legate ai nomi, come nel caso di Sicilia Vera, a sostegno del candidato a sindaco Roberto Trigilio, esponente del movimento del parlamentare regionale Cateno De Luca.

Tra i nomi indicati compare “Salvatore Leotta, detto Trigilio Roberto”, cioè come lo stesso candidato a sindaco.

In un’altra lista, quella dei Popolari ed autonomisti, è indicato Sergio Bonafede, che è stato ex consigliere comunale di Siracusa, “detto Tony”, cioè come il figlio, anch’esso ex consigliere comunale,  “detto Buonafede”.

Nella lista Insieme, c’è tra i candidati Fabio Foti, “detto Alfredo”, come l’ex assessore comunale ai Lavori pubblici Alfredo Foti, indicato assessore dal candidato sindaco del Centrodestra, Ferdinando Messina.

Un precedente a Siracusa

Negli anni scorsi, si verificò un caso analogo di “confusione” di identità di un candidato al Consiglio comunale di Siracusa. In un’elezione amministrativa, si candidò Franco Greco ma non era l’ex senatore siracusano, noto per le sue battaglie a difesa della legalità, al punto da scegliere come colonna sonora di tutte le sue campagne elettorali “In questo mondo di ladri” di Antonello Venditti e deceduto nell’ottobre del 2018. Venne eletto un suo omonimo in una lista riconducibile all’ex senatore ma la stragrande maggioranza delle persone era certa che fosse il vero Franco Greco.

L’inchiesta sui fratelli Caputo

Ci sono anche dei precedenti “pesanti”, che hanno avuto un profilo penale, come nel caso dei fratelli Caputo, coinvolti nell’inchiesta della Procura di Termini Imerese. Mario Caputo si era presentato alle elezioni regionali del novembre del 2017 nella lista della Lega, al posto del fratello ed ex deputato Salvino Caputo, estromesso dalla corsa all’Ars per via della legge Severino. Secondo gli inquirenti, sarebbe stato creato un equivoco durante la compagna elettorale affinché sembrasse che il candidato fosse Salvino. I due furono destinatari di una misura cautelare, poi revocata dal Tribunale del Riesame, per cui non vi fu un raggiro elettorale. Al termine di questa complessa vicenda, i due sono stati assolti.

 

 

 

 

 

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