Le navi petroliere, provenienti dal Golfo Persico, non arrivano nella rada di Augusta per rifornire di grezzo le raffinerie della Goi Energy, proprietaria dei due stabilimenti di Priolo, Nord e Sud, acquistati dalla Litasco, la società sotto il controllo della Lukoil.
La crisi nel canale di Suez
Una decisione che sarebbe stata assunta dai manager a seguito della crisi nel Canale di Suez, dove si registrano le incursioni contro le navi commerciali degli Houti, il gruppo armato yemenita che intende sconvolgere i traffici marittimi verso l’Europa. A quanto pare, la pericolosità del carico, il grezzo che poi dovrà essere raffinato negli impianti di Priolo, avrebbe fatto scegliere la linea della prudenza.
Le altre fonti di approvvigionamento
Di certo, non mancano le fonti di approvvigionamento di petrolio, tra cui il Nord Africa e l’area del Mar Nero che non è sotto il controllo della Russia, paese che, a seguito della guerra con l’Ucraina è soggetto alle sanzioni dell’Occidente.
Per mesi, la stessa Lukoil subì il boicottaggio di diverse aziende, dalle banche a semplici fornitori di servizio, che, temendo di incappare loro stesse nelle sanzioni decisero di chiudere i rubinetti con il colosso petrolifero, senza contare poi il blocco alle importazioni del grezzo russo a partire dal 5 dicembre del 2022.
Gli altri effetti della crisi sulla Sicilia
Per quanto concerne le altre navi commerciali, che per arrivare nel Mediterraneo devono attraversare il canale di Suez, la situazione è molto diversa, almeno per la Sicilia.
Il traffico marittimo non è stato interrotto, anche se ci sono cargo, che, per scelta dei loro armatori, hanno deciso di circumnavigare l’Africa con costi decisamente maggiori ma le grosse navi, perlopiù provenienti dalla Cina, non arriveranno mai nei porti siciliani per la ragione che le rade dell’isola non sono attrezzate per ospitarle.
Lo ha riferito, proprio a BlogSicilia, il presidente dell’Autorità del Sistema Portuale dei Mare di Sicilia Orientale, Francesco Di Sarcina. In sostanza, i cargo vanno a scaricare le merci in altri porti, Napoli e Gioia Tauro, al Sud, Livorno, Genova, Trieste e La Spezia, al Nord, per poi giungere in Sicilia con navi più piccole.
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