“Lo sapevano tutti come prendeva i voti Sammartino come sanno tutti come prende i voti Cuffaro”. Lo ha detto il senatore di Azione, Carlo Calenda, a Siracusa, a margine della presentazione del suo libro, Il Patto, parlando della recente inchiesta della Procura distrettuale antimafia di Catania che ha coinvolto Luca Sammartino, esponente della Lega siciliana, indagato per corruzione e sospeso dalla carica di assessore all’Agricoltura salvo poi dimettersi.
“Queste cose – ha detto il senatore di Azione – le sanno tutti e nonostante le sappiano tutti, facciamo tutti finta di niente. Andiamo avanti. E la Regione Siciliana è ridotta nello strazio in cui è ridotta, per esempio dal punto di vista sanitario. E continuiamo a fare tutti la stessa cosa e se non ci sarà qualcuno, cittadini che piano piano si svegliano e dicono “basta noi questi voti così non gli diamo” rimarremo così. Non è che c’è un’alternativa. Sappiamo tutti, lo sapevamo molto prima che ce lo dicesse la magistratura”.
Il senatore di Azione, che alla presentazione del libro era in compagnia del sindaco di Siracusa, Francesco Italia, esponente nazionale di Azione, ha lanciato un durissimo affondo sul sistema di voto in Sicilia. ” Qui in Sicilia rischia di diventare – ha detto Calenda – una misurazione dei pacchetti di voti, che abbiamo visto dalle recenti inchieste, da dove scaturiscono. Io penso che la Sicilia non è questo, l’Italia non è questo: meritino molto più di questo. Per questo noi qui candideremo Palazzolo e Sonia Alfano, persone che hanno fatto battaglie sulla legalità, sono persone esperte, capaci, conoscono l’Europa e bisogna fare così”.
Calenda si è anche soffermato sulla costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina. “È giusto che la Sicilia abbia il ponte dopo che ha le strade e i treni. Io sono sempre dell’idea, venendo – ha detto Calenda – dalle aziende si diceva “prima il core business”: le strade, i treni e poi anche il ponte. Tanto non lo faranno. Stiamo facendo un dibattito e sono vent’anni che discutiamo di una cosa che non c’è. Ci sono 3 miliardi sulle infrastrutture, facciamo strade e treni, ma è una cosa che “nun se pò raccontà”. Parliamo sempre delle stesse cose in Italia.