- Avvisi di conclusione per il gruppo imprenditoriale Quercioli di Siracusa
- Coinvolto nell’inchiesta per bancarotta denominata Gold Trash
- Per le Fiamme gialle, gli indagati avevano creato un sistema per evadere il Fisco
La Procura di Siracusa ha emesso gli avvisi di conclusione indagini per 14 indagati, finiti nel giugno del 2020, nell’operazione Gold Trash della Guardia di finanza per un presunto caso di bancarotta contestata al gruppo imprenditoriale Quercioli, proprietario dell’Igm, la società di rifiuti che, per decenni, ha gestito a Siracusa la nettezza urbana.
Gli indagati
Questi i nomi degli indagati: Giulio Quercioli Dessena, 70 anni; Alessandro Quercioli Dessena, 64 anni; Cesare Quercioli Dessena, 58 anni; Caterina Quercioli Dessena, 57 anni; Diego Quercioli Dessena, 40 anni; Antonio Quercioli Dessena, 37 anni; Antonio Antonuccio, 69 anni; Pietro Luigi Galimberti, 67 anni; Giuseppe Cassone, 65 anni; Aldo Spataro, 65 anni; Giuseppina Oddo, 62 anni; Iole Rivelli, 65 anni; Giovanni Confalone, 73 anni; Igm Rifiuti industriali srl.
Il collegio difensivo degli indagati è composto dagli avvocati: Bruno Leone, Antonino Leone, Luigi Latino, Carmelo Peluso, Giuseppe Antonuccio, Silvestre Costanzo, Sebastiano Troia, Maria Spurio, Antonello Davì, Maria Licata.
L’operazione Gold Trash
L’inchiesta della Procura, che ipotizza l’associazione finalizzata alla bancarotta, è culminata un anno fa con l’arresto di 5 persone, 2 obblighi di dimora, il sequestro di 11 milioni di euro e di una società operante, la Igm Rifiuti industriali, specializzata nel settore del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti per numerosi Comuni dal valore stimato in oltre 45 milioni di euro.
Il sistema delle scatole vuote
Le indagini hanno avuto inizio con l’esame della contabilità di diverse imprese che, secondo la Finanza, sarebbero state in una situazione di sostanziale dissesto. Gli inquirenti ritengono di avere scoperto un sistema di scatole vuote “che, in modo programmato, avrebbe “assorbito”, non onorandolo, il carico fiscale e contributivo dell’attività nel suo complesso: tutto questo grazie alla presunta compiacenza di persone con precisi ruoli e di uno staff tecnico, formato da commercialisti, nonché da “prestanomi”, tra cui un avvocato.
I debiti
Secondo la tesi delle Fiamme gialle, quando una società del gruppo presentava una situazione debitoria pesante sarebbe stata “sostituita” da un’altra, attraverso contratti di affitto, cessione di azienda o scissione. In questo modo, nella ricostruzione della Procura, le aziende svuotate, oberate di debiti e private degli asset produttivi, sarebbero finite in liquidazione ed il monte debiti con l’erario, stimato in 130 milioni di euro, definitivamente abbattuto.
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