- La storia di un pizzaiolo che dopo una vicenda giudiziaria non riesce a trovare lavoro
- Corrado Albergo era stato arrestato nell’ambito di una inchiesta per estorsione mafiosa
- E’ stato assolto in via definitiva ed ha ricevuto risarcimento per ingiusta detenzione
- E’ figlio di Waldker Albergo, indicato come esponente di spicco del clan Trigila
- Dopo quei fatti, se ne è andato dalla Sicilia, scegliendo di rifarsi una nuova vita
Sebbene assolto, in via definitiva, dai reati per cui era stato arrestato, Corrado Albergo, 37 anni, netino, da 5 anni non riesce a trovare lavoro. A pesare è la sua vicenda giudiziaria, che emerge in tutti i motori di ricerca, ed i trascorsi del padre, Waldker Rino Albergo, indicato dai magistrati della Dda di Catania come un esponente di spicco del clan Trigila di Noto, di cui sarebbe stato il reggente.
Ha lasciato la Sicilia
Vorrebbe rifarsi una nuova vita il 37enne, che ha acquisito titoli per svolgere l’attività di pizzaiolo, e per farlo da anni ha abbandonato la Sicilia, trasferendosi al Nord Italia ma come spiegano i suoi avvocati, Antonino Campisi e Natale Vaccarisi, dopo aver superato tutti i colloqui l’assunzione non va mai in porto dopo che i datori di lavoro fanno un giro su Internet.
“Assolto in via definitiva”
“Nel 2015 il Tribunale di Siracusa ha emesso una sentenza assolutoria la cui formula è stata quella di non avere commesso i fatti così come contestati, detta sentenza oramai divenuta irrevocabile in quanto mai impugnata dalla pubblica accusa” spiegano gli avvocati Antonino Campisi e Natale Vaccarisi.
La vicenda giudiziaria
Corrado Albergo venne arrestato nel novembre del 2012 insieme al padre Waldker Rino Albergo, con quest’ultimo indicato dai magistrati della Dda di Catania come un esponente del clan Trigila di Noto, ed un’altra persona, accusati, a vario titolo, di aver danneggiato un mezzo e le proprietà di un commerciante, vittima di una presunta estorsione. Per quella vicenda, Corrado Albergo finì in carcere per 20 giorni ma la misura cautelare ” fu annullata dal Tribunale del riesame di Catania” spiegano i legali.
Risarcimento per ingiusta detenzione
Il 37enne pizzaiolo, in merito a quei 20 giorni trascorsi in cella, nel penitenziario di Bicocca, a Catania, la Corte di Appello di Catania ” ha riconosciuto a Corrado Albergo un risarcimento per la ingiusta detenzione”.
“Diritto all’oblio”
I legali del pizzaiolo avanzeranno richiesta per il riconoscimento del diritto di oblio, in modo che il suo nome non venga più accostato a quell’inchiesta della Procura distrettuale antimafia di Catania. “Il nostro assistito – dichiarano gli avvocati Antonino Campisi e Natale Vaccarisi – chiede solamente la possibilità di essere considerato un uomo libero e non gravato oramai da quelle accuse ingiuste che gli venivano mosse nel procedimento iscritto a suo carico che sono state dichiarati da illustri giudici come non fondati e mai commessi, al fine di potere trovare un lavoro che possa permettergli di riavere in mano la sua vita e riacquistare”.
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