E’ accusato di istigazione alla corruzione, tentata concussione, concussione, falsità materiale ed ideologica in atti pubblici il sindaco di Priolo, Pippo Gianni, 75 anni, arrestato questa mattina dalla polizia e dalla Guardia di finanza che hanno eseguito un’ordinanza di carcerazione emessa dal Gip del Tribunale di Siracusa su richiesta dalla Procura di Siracusa.
In concorso con altre persone
Secondo la tesi degli inquirenti, coordinati dal Procuratore Sabrina Gambino, il sindaco, che è ai domiciliari, si sarebbe avvalso della collaborazione di altre persone, alcune gravitanti nella sfera pubblica, altri privati: sono stati tutti quanti denunciati a piede libero.
Minacce a imprenditori
Per i magistrati siracusani, Gianni, avrebbe intimato a imprenditori locali, abusando delle propria posizione di vertice dell’amministrazione comunale, “la dazione di ingenti somme di denaro a società da lui indicate, per favorire imprese compiacenti nell’ambito delle gare di appalto, secondo la formula del partenariato pubblico – privato, garantendo alle stesse un diritto di prelazione rispetto alle altre società concorrenti” scrivono gli inquirenti.
Le assunzioni nella zona industriale
Analoghe pressioni illegittime sarebbero state commesse da Gianni per agevolare l’assunzione di persone nelle aziende leader del polo industriale siracusano. Dalle intercettazioni, è emerso che il sindaco, nel corso di colloqui con alcuni dirigenti dell’area industriale, “minacciava l’effettuazione di penetranti controlli e verifiche, nell’esercizio delle competenze attribuite al Comune nel settore ambientale, nonché l’irrogazione di sanzioni pecuniarie alle aziende che gli stessi rappresentavano, qualora non avessero assecondato le sue richieste”
L’attività di interferenza del sindaco sarebbe stata riscontrata anche nello stesso ambito comunale. “In particolare, Gianni avrebbe imposto al dirigente di settore l’accoglimento di un’istanza volta a ottenere il patrocinio di una manifestazione pubblica nonché un contributo economico per l’organizzazione, incidendo sulla sfera decisionale del funzionario” dicono i magistrati.
Le pressioni ai dirigenti
Analoga condotta sarebbe stata posta in essere nei confronti di un altro dirigente comunale, al fine di imporgli la revoca in autotutela di un provvedimento con effetti sfavorevoli rispetto alla pratica relativa ad un lido balneare sul litorale priolese.
E ancora, avrebbe disposto l’annullamento di sanzioni al codice della strada, elevate a privati che hanno richiesto un suo intervento, alterando il contenuto dei verbali, in concorso con personale del Comando della Polizia municipale di Priolo.
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