Un “diffuso quadro di illegalità” che “poteva perpetuarsi nel tempo in ragione del determinante contributo fornito da funzionari pubblici corrotti”.
E’ quello che emerge, secondo la Procura di Catania, dall’inchiesta sulla gestione della più grande discarica siciliana, la ‘Sicula trasporti’ di Lentini (Siracusa) che ha portato all’arresto di 5 persone da parte della guardia di finanza e al sequestro di beni per 110 milioni di euro.
In carcere è stato portato, su disposizione del Gip, Antonino Leonardi, detto ‘Antonello’, 57 anni, considerato il re dei rifiuti nell’isola e con una grande passione per il calcio, con la Sicula Leonzio che gioca in Serie C.
Secondo l’accusa, dalle indagini dello Scico nell’operazione ‘Mazzetta Sicula’ è emerso “un perdurante e sistematico illecito smaltimento dei rifiuti solidi urbani provenienti da oltre 200 Comuni siciliani” e una gestione della discarica “orientata all’esclusivo perseguimento di utili attraverso il mantenimento delle convenzioni con gli Enti locali pur non essendo gli impianti nelle condizioni di poter più adempiere alle prescrizioni fissate dalle autorizzazioni amministrative”.
In discarica, sostiene la Procura, era conferito “un enorme quantitativo di rifiuti strutturalmente non più gestibile secondo le prescrizioni di legge” e che vi finiva “senza subire alcun trattamento preliminare, che è essenziale per favorire l’individuazione dei materiali non ammissibili o dei rifiuti da destinare a operazioni di recupero”.
Il tutto possibile grazie anche alla complicità di funzionari pubblici, due dei quali finiti agli arresti domiciliari. Uno è Vincenzo Liuzzo, dirigente dell’Arpa di Siracusa che, è emerso da indagini della guardia di finanza, “si recava mensilmente nella discarica di Leonardi per ricevere una mazzetta in contanti di 5.000 euro”.
In cambio forniva anticipazioni sui controlli, nelle conferenze di servizio assumeva posizioni e formulava interventi sempre in linea con i ‘desiderata’ degli imprenditori. Non dissimile il comportamento, accusa la Procura, di un altro “funzionario “a ‘libro paga’ dei Leonardi: Salvatore Pecora, addetto al controllo della gestione dei rifiuti del Libero consorzio comunale di Siracusa”. Agli arresti domiciliari è stato posto anche Salvatore Leonardi, 47 anni, fratello di Antonino, in qualità di socio della “Sicula Trasporti S.r.l.” e della “Gesac S.r.l “.
In carcere, invece, per concorso esterno all’associazione mafiosa, è finito Filadelfo ‘Delfo’ Amarindo, dipendente della Sicula trasporti. La Procura distrettuale di Catania lo definisce “l’anello di congiunzione dei Leonardi con il clan Nardo”, espressione di Cosa nostra nel Lentinese.
Un ruolo che viene alla luce quando è necessario assegnare la gestione di un punto di somministrazione di cibi e bevande nello stadio di calcio della Sicula Leonzio.
E Amarindo, scrivono i Pm, che “è incaricato da Antonello Leonardi di veicolare il messaggio che il chiosco non sarebbe stato affidato a nessuno dei gruppi criminali pretendenti, che sarebbero stati ‘ripagati’ per il mancato introito con le dovute regalie”.
Secondo l’accusa Amarindo avrebbe “fornito un rilevante supporto per la realizzazione dei progetti criminosi del clan Nardo” anche “riportando agli affiliati le indicazioni del boss recluso Alfio Sambasile”.
Il Gip ha disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e di dimora per Pietro Francesco Nicotra, di 36 anni, responsabile dell’impianto di compostaggio di Grotte San Giorgio a Catania, Francesco Zappalà, 52 anni, responsabile dell’impianto Tmb, e per i fratelli Francesco e Nicola Guercio, di 49 e 59 anni, amministratori della Edile sud srl.
Il Gip ha disposto il sequestro di beni aziendali, quote e azioni sociali, per un valore stimato in 110 milioni di euro, e la contestuale nomina di amministratori e custodi per la Sicula Trasporti Srl, la Sicula Trasporti Spa, la Sicula Composto e la Gesac Srl.