la polemica

Allerta meteo, scontro tra sindaci del Siracusano e Protezione civile

E’ scontro tra i sindaci del Siracusano e la Protezione civile regionale in merito alla gestione delle allerte meteo. La polemica è scoppiata nella giornata del 14 gennaio quando, a fronte dell’allerta gialla spalmata in tutta la Sicilia, nel Siracusano la situazione meteorologica è progressivamente peggiorata con piogge copiose e forti raffiche di vento che hanno creato allagamenti in quasi tutti i Comuni.

I danni del maltempo

A Siracusa si sono verificati molti danni: il Santuario della Madonna delle Lacrime è stato chiuso e solo nella giornata di oggi ha riaperto ai fedeli, inoltre, un istituto comprensivo è stato fatto evacuare dopo il crollo di alcuni pezzi dell’impianto fotovoltaico ed alcuni pali dell’illuminazione pubblica sono crollati durante il passaggio delle auto senza, però, causare feriti

Il sindaco di Siracusa contro la Protezione civile

Il sindaco di Siracusa, Francesco Italia, “pressato” dai social e da numerose famiglie che si interrogavano perché non fossero state chiuse le scuole, in quelle ore convulse, ha detto che la situazione non era certo da allerta gialla chiamando in causa la Protezione civile. “Non sono certi i sindaci che decidono le allerte”, ha riferito Italia che ha aggiunto: “Immaginare di chiudere preventivamente le scuole ad ogni allerta gialla ci impedirebbe di comprendere i  rischi connessi al maltempo, creando una situazione di totale arbitrio tale da rendere il sistema stesso delle allerte totalmente inutile”.

Leggi anche

Maltempo, la chat dei sindaci, “non chiudiamo le scuole”, poi la fuga in avanti e lo scontro

Gli altri sindaci sulla linea di Italia

Una posizione condivisa da altri sindaci del Siracusano ed in parte dal deputato regionale del M5S, Carlo Gilistro, secondo cui quella del 14 gennaio “non era una giornata da allerta gialla”.

La Protezione civile, “facciamo previsioni”

La Protezione civile regionale, sentitasi attaccata, ha replicato, spiegando, innanzitutto, che “le previsioni meteorologiche, e di conseguenza i livelli di allerta (Verde, Giallo, Arancione, Rosso), hanno natura probabilistica” e che, comunque, spetta ai sindaci, che conoscono meglio il loro territorio, soprattutto le sue vulnerabilità,  decidere se adottare restrizioni o meno, come la chiusura delle scuole.

Leggi anche

Allerta rossa per le piogge domani in mezza Sicilia

Chiudere le scuole? Spetta ai sindaci

“I sindaci, in considerazione – spiegano dalla Protezione civile regionale – dello scenario previsto, delle specifiche condizioni dei siti e di vulnerabilità del proprio territorio, della conoscenza di situazioni pregresse, dell’effettivo verificarsi della previsione e delle capacità di risposta complessive della propria struttura di protezione civile, devono valutare l’opportunità di attivare direttamente – o successivamente all’approssimarsi dei fenomeni – fasi operative più severe rispetto a quelle strettamente correlate ai livelli di allerta indicati nell’Avviso-Idro”.

Secondo quanto sostenuto dalla Protezione civile, l’obiettivo dell’Avviso, è “fornire una proiezione dei possibili effetti al suolo causati dalle precipitazioni attese”, inoltre “in una regione complessa come la Sicilia, le condizioni climatiche e meteorologiche sono influenzate da fattori che non sempre possono essere rappresentati con precisione dai modelli fisico-matematici”.

I piani di emergenza

Infine, secondo la Protezione civile, i Comuni ” devono mantenere aggiornati i piani di emergenza che indicano le attività che ciascuno deve fare per ogni grado di allerta (gialla, arancio,  rossa) e per tipo (pioggia, vento, sisma, etc.) e i siti a rischio. Ad esempio aree, ponti e sottopassi da vigilare o interdire. In tal modo non vi è incertezza sulle cose da fare.”

 

 

Leggi l'articolo completo