Il gup del Tribunale di Siracusa, Carmen Scapellato, ha condannato a 6 anni ed 8 mesi di reclusione, Giovanni Merlino, 38 anni, siracusano, sotto processo per il tentato omicidio di un 50enne, Salvatore Di Fede, centrato, nel febbraio del 2023, alle gambe da alcuni colpi di pistola.
Al termine della sua requisitoria, il pm di Siracusa aveva sollecitato una pena a sei anni di reclusione mentre la difesa, rappresentata dall’avvocato Junio Celesti, nella sua arringa, aveva posto l’accento sul fatto che il suo assistito non avrebbe sparato per uccidere.
Contestualmente, il gup ha condannato Merlino all’interdizione perpetua dai pubblici uffici ed all’interdizione legale durante l’espiazione della pena, inoltre lo ha condannato al risarcimento dei danni, da quantificare in sede civile, ed al rimborso delle spese legali.
La seconda persona coinvolta nell’inchiesta della Procura di Siracusa, Giuseppe Farrazzano, 40 anni, ha, invece, intrapreso un altro percorso giudiziario.
Secondo quanto emerso nelle indagini della polizia a sparare sarebbe stato Merlino, il quale, nel corso della sua deposizione, nelle ore successive al fermo, avrebbe spiegato le ragioni che lo avrebbero indotto a premere il grilletto contro la vittima legato sentimentalmente alla sua ex compagna. Al centro dei contrasti con la vittima ci sarebbero i soldi legati al mantenimento della figlia avuta da Merlino con quella donna.
In sostanza, Merlino avrebbe sostenuto che la quota di denaro da lui versata, sarebbe stata spesa dalla ex compagna e da Di Fede in altro modo, penalizzando, pesantemente, la figlia. Esasperato per le privazioni della ragazzina avrebbe deciso di dargli una lezione.
L’altro fermato, Giuseppe Ferrazzano, secondo quanto emerso nella ricostruzione della Squadra mobile, sarebbe stato al volante della macchina con cui lui e Merlino si sarebbero recati in via Grottasanta per cercare Salvatore Di Fede. Ferrazzano, però, avrebbe specificato che non sarebbe stato a conoscenza delle intenzioni di Merlino.
Dalle immagini delle telecamere di sicurezza della zona è stato possibile per gli inquirenti conoscere la drammatica sequenza nei dettagli.
Di Fede era ricercato dalle forze dell’ordine per via di un aggravamento della misura cautelare a causa di alcune evasioni e per questo venne successivamente arrestato dagli agenti della Squadra mobile.