l'interrogatorio dell'indagato davanti al gip di siracusa

Agguato a Noto, “ho sparato ma non volevo uccidere il minore”

Avrebbe ammesso di aver sparato ma non con l’intenzione di uccidere Piopaolo Mirabile, il 17enne di Noto, morto il 4 dicembre, due giorni dopo essere stato centrato alla testa da un proiettile.

L’interrogatorio davanti al gip

Il presunto assassino, un 33enne, anche lui di Noto, nel corso dell’interrogatorio davanti al giudice per le indagini preliminari di Siracusa, Andrea Migneco, ha fornito la sua versione ed al termine dell’udienza è stato riaccompagnato in carcere.

L’interrogatorio dell’indagato è slittato perché nei giorni successivi al fermo è risultato positivo al Covid19, per cui si è attesa la sua guarigione prima di essere sentito.

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La ricostruzione del delitto

Le indagini hanno avuto una svolta grazie ai rilievi  dei carabinieri che, giunti sul posto nelle ore successive alla sparatoria del 30 novembre scorso, si sono resi immediatamente conto che la scena del crimine era molto più ampia e complessa di quanto poteva apparire e che non era compatibile con quanto raccontato persino dalla madre e dai familiari della vittima.

Autore filmato dalle telecamere

I carabinieri, nel corso dei sopralluoghi sul luogo dell’agguato, hanno individuato non solo alcuni bossoli e numerose bottiglie di alcolici. C’erano anche delle telecamere che avevano ripreso tutte le fasi precedenti e successive alla stessa, immortalando finanche l’autore mentre esplodeva più colpi d’arma da fuoco.

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L’agguato a causa di una lite

Le telecamere acquisite hanno permesso di appurare che l’omicidio era giunto a seguito di un litigio, alimentato verosimilmente dall’eccessivo abuso di alcolici, tra il padre della vittima e il presunto omicida, peraltro alla presenza di numerose persone, alcune delle quali, successivamente escusse dagli inquirenti, hanno addirittura negato di essere presenti al momento del delitto.

L’indagato era sparito

I militari, infatti, sono riusciti ad individuare e localizzare in pochi giorni l’uomo che aveva fatto perdere le proprie tracce sin dalle prime ore successive la sparatoria.

L’incendio alla caserma dei carabinieri

Nei giorni successivi al fermo del 33enne, un incendio è stato appiccato contro l’ingresso della caserma dei carabinieri della Compagnia di Noto. Un gesto che, secondo gli inquirenti, è legato alle indagini sull’omicidio del ragazzino.

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