Avrebbe potuto avere conseguenze ben più drammatiche il gesto di un detenuto del carcere di Cavadonna, a Siracusa, che ha lanciato dell’olio caldo contro un agente di Polizia penitenziaria. Un episodio avvenuto nei giorni scorsi ed emerso solo in queste ultime ore ma le condizioni della vittima sono buone perché è riuscita a girarsi in tempo, evitando di essere centrata in pieno volto.
Secondo una prima ricostruzione, il detenuto si trovava nella sua cella e stava scaldando l’olio in un fornellino ma, per cause che sono al vaglio degli inquirenti, non appena ha visto l’agente avvicinarsi avrebbe scaraventato il contenitore contro di lui. Il ferito si è fatto medicare, per fortuna nulla di grave ma gli episodi di violenza nelle strutture carcerarie sembrano non finire. “L’episodio, che non ha avuto un tragico epilogo – spiega il dirigente nazionale del Sippe, Sebastiano Bongiovanni – grazie all’attenzione ed alla prontezza dell’agente di Polizia penitenziaria, riporta drammaticamente d’attualità la grave situazione penitenziaria. Al collega va la nostra vicinanza e solidarietà nonché un ringraziamento particolare per l’intervento. La situazione nelle nostre carceri resta allarmante e la realtà è che i nostri poliziotti continuano ad essere aggrediti senza alcun motivo o ragione”. Nell’aprile scorso, un detenuto tunisino, rinchiuso nel carcere di Augusta, ha aggredito gli agenti di Polizia penitenziaria che avrebbero tentato di fermarlo: uno di loro ha rimediato un danno alla spalla, gli altri, invece, hanno avuto delle contusioni alle braccia ed gomiti, escoriazioni alla mani.
E proprio ieri, i sindacati della Polizia penitenziaria hanno organizzato una manifestazione di protesta davanti al carcere di Augusta per le condizioni di lavoro, costellate da “turni massacranti” assicurano Spp, Fns Cisl, Sippe-Sinappe e Cnpp. Secondo i rappresentati sindacali, “il protocollo d’intesa locale disciplina un’organizzazione del lavoro che viola il contratto delle forze di Polizia e l’accordo nazionale quadro. Inoltre, questo accordo doveva essere concluso con il consenso del maggior numero possibile delle organizzazione interessate, cosa che non è avvenuta” e nelle settimane scorse avevano preannunciato l’ipotesi di presentare un esposto in Procura.
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