Un agente della Polizia penitenziaria in servizio al carcere di Augusta, nel Siracusano, è rimasto vittima di un’aggressione di un detenuto. L’assistente capo, a seguito delle ferite riportate, è stato accompagnato al Pronto soccorso dell’ospedale Muscatello di Augusta mentre l’episodio ha scatenato la reazione dei sindacati.
“L’ennesimo episodio di aggressione è avvenuto . scrivono Argentino, Boscarino della CGIL, D’Amico della CISL, Firrise dell’USPP, Di Carlo del CNPP e Bongiovanni del SIPPE all’interno del carcere di Augusta ed ha visto vittima un assistente capo della Polizia penitenziaria della casa di reclusione da parte di un detenuto che sta scontando la sua pena nell’istituto di contrada Ippolito. Solo l’intervento dei colleghi ha impedito che l’aggressione, a quanto pare legata al mancato rispetto delle regole all’interno del carcere”.
I sindacati si sono rivolti al Governo nazionale ed al ministro dell’Interno.
“Questo, a nostro modesto parere, è dovuto ad una sottovalutazione del problema che è legato all’ordine ed alla sicurezza negli istituti penitenziari, al fatto che vi sono frange di singoli detenuti che consapevoli delle ultra garantistiche Leggi Italiane approfittano della situazione, consapevoli che alla fine pagheranno ben poco, ma che aggredendo il personale di Polizia Penitenziaria acquistano invero potere e rispetto all’interno degli istituti. Isolare questa tipologia di detenuti dovrebbe essere l’obbiettivo primario dello Stato al fine di poter condurre quelle politiche vere di reinserimento per quei detenuti che realmente intendono perseguire l’obbiettivo del reinserimento sociale”.
I sindacati offrono delle soluzioni per risolvere i problemi legati alla presenza di detenuti violenti.
“Riaprire gli istituti penitenziaria di Pianosa Isola, o dell’Asinara, per contenere queste frange di singoli detenuti aggressivi, che sommati, diventano un numero sostanziale, sarebbe la giusta risposta dello Stato. Fino ad oggi, a nulla è servito trasferire questi detenuti aggressivi in altri istituti, invero con il loro comportamento destabilizzano pure l’istituto in cui sono inviati. Episodi come quello odierno non fanno altro che aggravare la situazione già al limite. Così non si lavora né bene né in sicurezza”