- Nuova aggressione nel carcere di Augusta
- Due detenuti hanno picchiato un agente di Polizia penitenziaria
- La vittima è finita in ospedale
- La denuncia dei sindacati
Nuova aggressione nel carcere di Augusta dove un agente di Polizia penitenziaria è stato picchiato da due detenuti. Secondo una prima ricostruzione, i reclusi avrebbero presentato delle richieste che, però, non sarebbero potute essere soddisfatte, in quanto contrarie al regolamento, per cui avrebbero deciso di prendersela con la vittima. L’agente è riuscito poi a sottrarsi al pestaggio ed è stato necessario il ricorso alle cure dei medici ma, per precauzione, è stato trasferito al Pronto soccorso dell’ospedale di Augusta.
La recente aggressione
Un mese e mezzo fa, si è verificata un’altra violenza con protagonista un detenuto che ha picchiato 8 persone, 7 agenti di Polizia penitenziaria ed un medico. Le prime avvisaglie di intemperanza da parte dell’aggressore si sarebbero avute durante il colloquio con i familiari, poi le discussioni sarebbero proseguite in infermeria, dove è stato picchiato il medico. Gli agenti penitenziari del carcere di Augusta hanno provato a contenere l’impeto dell’aggressore ma sono stati strattonati e colpiti. Ad avere la peggio un ispettore, ferito alla testa, costretto, come gli altri, a ricorrere alle cure dei medici del Pronto soccorso, stando alla versione delle organizzazioni sindacali
Il sindacato
“La situazione non è certo delle migliori – dice il dirigente nazionale del Sippe, Sebastiano Bongiovanni – come diciamo da tempo, in quanto la forbice tra il personale in servizio e la popolazione carceraria è ampia. Non è il primo episodio, purtroppo, a fare le spese sono – spiega il sindacalista – gli agenti della polizia Penitenziaria che nonostante si facciano in quattro per mandare avanti l’istituto tra 1000 problemi noti ai più, devono subire azioni violente spesso con conseguenze gravi. Ci auguriamo davvero che le nostre istanze vengano prese in considerazione perché non si può giocare con la vita delle persone”.
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