PALERMO (ITALPRESS) – “Stiamo investendo ormai da diversi mesi in ambito di edilizi e servizi strutturali per gli studenti, ora stiamo lavorando su qualcosa di più delicato che è la componente umana, la componente docente. Stiamo realizzando davvero l’idea di università della Sicilia occidentale, diffusa, in cui cominciamo a creare corsi di laurea territoriali, specifici, espressione del territorio. Quindi non è una offerta formativa generica, nè tantomeno doppione o duplicato di quella che avviene a Palermo, è un’offerta formativa che nasce dell’esigenza del territorio e quindi danno un messaggio chiaro ai ragazzi iscrivetevi nei vostri corsi, il lavoro ve lo troviamo noi perchè alcune di queste discipline faccio un esempio di scienze gastronomiche o biodiversità vengono collocate in territori che esprimono una enorme quantità di prodotti fondamentali per il food o la biodiversità”. Così il rettore dell’Università degli Studi di Palermo, Massimo Midiri, nel corso della presentazione le attività progettuali dell’Ateneo nell’ambito della Programmazione per il 2024. “Stiamo facendo un’operazione che vuole dare un messaggio chiaro ai ragazzi già nella scuola, con il nostro orientamento, di credere all’Università di Palermo perchè l’università di Palermo sta lavorando per il loro lavoro del futuro”. Midiri si è anche soffermato sul superamento del numero chiuso in medicina: “Vedrà un impatto gigantesco probabilmente già dall’anno prossimo sulle discipline di base. Noi la vediamo con positività perchè eravamo contro il numero chiuso che era comunque un limite legato al fatto che si creava un meccanismo di differenza sociale per chi poteva sostenere i corsi di formazione pre-test. Ci auguriamo che il governo ci dia le risorse adeguate perchè avremo un sovraccarico di lavoro per il primo anno e che in questo momento vede pochi docenti e quindi poche aule, quindi dobbiamo lavorare sia sotto l’aspetto infrastrutturale che sotto l’aspetto della componente umana”.
Poi sugli obiettivi futuri, Midiri ha concluso: “Dobbiamo creare una rete sempre più strutturata di imprese che devono lavorare a stretto fianco dell’Università di Palermo. Cioè l’obiettivo è di avere un gruppo di stakeholder interniall’Ateneo di Palermo che fanno un pò da metronomo, da segnalassi delle esigenze che in questo momento il territorio richiede. Diciamo che sempre di più si crea questo nesso tra la scuola e il mondo del lavoro e l’università quindi non ha soltanto la responsabilità dicreare un diploma. Questo lo fanno purtroppo, ahimè, altrettanto bene le lauree telematiche, che rappresentano un grave problema per la formazione a tuttotondo di completamento dello studente. Stiamo lavorando per evitare la migrazione che lo stesso Svimez ha quantizzato in qualcosa come la perdita in vent’anni di una città come Siracusa, noi questo dobbiamo evitare. E’ un circuito vizioso che va interrotto e l’università, non da sola perchè non possiamo farlo da soli ma insieme agli altri enti territoriali, secondo me può svolgere un ruolo assolutamente di primo piano”. Presente alla conferenza stampa anche Stefana Milioto, Prorettrice alla Qualità, Sviluppo e Rapporti con i Dipartimenti.

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