PALERMO (ITALPRESS) – Un confronto tra diversi attori istituzionali per riflettere su ruolo e sfide della filiera dell’Healthcare: a promuoverlo è Unicredit, in un incontro tenutosi alla Camera di commercio Palermo-Enna per approfondire le opportunità di crescita non solo delle aziende, ma anche del sud in uno scenario che nei prossimi mesi rischia di vedere allargarsi il gap con il nord. Le preoccupazioni principali sono legate alla scadenza della decontribuzione sud e dall’entrata in vigore dell’autonomia differenziata: l’auspicio è che vengano trovate le soluzioni migliori per il Mezzogiorno, soprattutto in ambito sanitario. Accanto ai provvedimenti della politica, un altro elemento al centro del confronto è la fuga dei giovani verso il nord, per cercare lavoro o proseguire lì il proprio percorso di studi. All’evento hanno preso parte il Regional manager di Unicredit Salvatore Malandrino, il presidente della Camera di commercio Palermo-Enna Alessandro Albanese e il presidente di Confindustria Sicilia Gaetano Vecchio; dopo gli indirizzi di saluto si è svolta una tavola rotonda sul “Futuro della filiera dell’assistenza sanitaria in Sicilia”, moderata dal giornalista dell’Italpress Salvatore Trapani.
“Questo è il primo forum che organizziamo in Sicilia riponendo l’attenzione sulla filiera dell’Healthcare, che qui non ha numeri significativi – spiega Malandrino, – Parliamo di 3mila realtà profit e 4mila non profit, dimensione inferiore rispetto alla media nazionale ma anche al Mezzogiorno. Ciò determina una minore capacità in termini di efficienza e investimenti, nonchè nel cogliere le opportunità che derivano dalla transizione ecologica e digitale: c’è comunque da dire che tra queste realtà ci sono delle eccellenze, perchè le grandi realtà sono più profittevoli anche rispetto alla media nazionale”. Due, per il Regional manager di Unicredit, gli aspetti da tenere d’occhio: “Il minor tasso di natalità e le migrazioni dei giovani verso il nord avranno un impatto significativo sulla crescita della popolazione anziana e inevitabilmente sulle sue esigenze di assistenza sanitaria: il nostro gruppo è pronto a cogliere sfide e opportunità di questo scenario, attraverso un supporto finanziario alle imprese”.
Per Albanese “in un momento in cui si parla concretamente di autonomia differenziata la sanità diventa ancora più centrale, perché tratta in maniera puntuale la vita del cliente: ci vogliono organizzazione e visione, senza approcci demagogici o ideologici che finiscono inevitabilmente per trasformarsi in tasse per i cittadini. Le recenti leggi sulle liste d’attesa ci hanno fatto capire che la sanità pubblica ha fallito, non tanto per l’incapacità dei manager o per assenza di risorse ma perché gli investimenti sono notevolmente inferiori rispetto al privato: dobbiamo invertire questo trend per fare in modo che soprattutto in Sicilia, al di là delle polemiche sull’autonomia differenziata, si abbia un approccio diverso. Lasciare più spazio alla sanità privata significa anche dare la possibilità di erogare più prestazioni”.
Ancora più netto il giudizio di Vecchio: “Le imprese del sud Italia stanno vivendo un’emergenza senza precedenti e nessuno sta facendo nulla: il 30 novembre scadrà la decontribuzione sud, facendo venire meno quel tentativo di colmare il gap tra territori. Bisogna rendere il paese coeso, ma con l’autonomia differenziata il nord potrà continuare ad andare veloce e il Mezzogiorno no”. Il rischio, per il presidente di Confindustria, è che il sud d’Italia diventi anche sud d’Europa: “Il tema della coesione è centrale in chiave sia nazionale che internazionale: aver dato la maggior parte dei fondi Pnrr al Mezzogiorno non è un regalo, ma un tentativo di compensare il gap a livello economico. L’Europa ha capito prima dell’Italia che per avere uno sviluppo complessivo bisogna partire dalle aree meno sviluppate: o colmiamo questa differenza o il divario tra territori si allargherà sempre di più. Al sud ci sono meno infrastrutture e un reddito pro capite più basso, se non si rende il paese omogeneo continueremo a essere un bacino di manodopera intellettuale: faremo laureare i nostri figli nel nord Italia e poi li manderemo a lavorare lì o nel nord Europa. Dobbiamo piuttosto creare sviluppo al sud. facendo crescere le imprese e non spostare le persone”.
All’evento ha partecipato anche la presidente di Aiop Sicilia Barbara Cittadini, la quale sottolinea come “la nostra sfida è dare una risposta puntuale ed efficiente alla domanda di salute dei siciliani: in questo senso il governo Schifani sta facendo un’azione significativa e anche noi vogliamo dare il nostro contributo. Gestire la fase della pandemia mi ha messo di fronte un’Italia capace di fare squadra sul fronte sanitario: in quel momento ho sperato in un cambio di approccio ideologico e culturale, ma di quella sinergia è rimasto ben poco. Il bilancio sociale Aiop attesta che il comparto crea un valore aggiunto, che potremmo ulteriormente incrementare per promuovere una sanità pubblica efficiente, solidale ed equa attraverso una virtuosa sinergia con la componente di diritto pubblico”.

foto: xd8/Italpress

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