PALERMO (ITALPRESS) – Riattivare tutti i reparti Covid, dimettere i pazienti che possono essere curati a casa e puntare sulle cure domiciliari. Per l’assessore alla Salute della Regione siciliana, Ruggero Razza, è questa la strada per ritardare la zona gialla che sembra inevitabile. La Sicilia è ultima regione per vaccinazioni fra gli over 50 e prima per contagi, ricoveri e morti.
“Per i decessi non abbiamo numeri superiori ad altre regioni. Il tasso di letalità è da sempre tra i più bassi d’Italia. I numeri assoluti più alti di questi giorni sembrano dovuti al fatto che abbiamo più positivi – dichiara Razza in un’intervista a la Repubblica di Palermo -. Purtroppo, nonostante la macchina organizzativa delle vaccinazioni sia efficace, c’è un’incomprensibile refrattarietà in alcune fasce, che incide sui parametri di ricoveri e decessi. L’impennata attuale è frutto, come nella prima ondata, soprattutto di contagi di importazione. I focolai più grandi sono stati rintracciati su siciliani di rientro dalle vacanze nella penisola iberica, a Malta o nel Regno unito. Con loro ha fatto ingresso la variante Delta responsabile dell’accelerazione. Ci sono stati anche tantissimi turisti positivi che abbiamo individuato e isolato nei Covid hotel”.
Razza esclude che la Sicilia possa finire in zona gialla: “Assolutamente no. Innanzitutto sono almeno 12 le regioni che si avviano a saturare le soglie per la zona gialla entro agosto. Sicilia e Sardegna sono più a rischio perchè sono le maggiori mete turistiche. In questo periodo i paesi si stanno anche ripopolando degli emigrati che rientrano per le vacanze, cui si aggiunge il flusso turistico che vede la Sicilia tra mete più ricercate. Ma il governo regionale ha attuato misure di contenimento coerenti, come le ordinanze sull’obbligo di tampone dai paesi a rischio e il potenziamento dei punti di screening anche davanti a musei e parchi”. “La competenza su scali aeroportuali e portuali – sottolinea – non è della Regione ma dello dello Stato. Eppure questo governo regionale con grande sforzo ha messo in campo un servizio di tamponi gratuiti. Non esistono filtri al 100 per cento, ma già testare il 70 per cento dei viaggiatori è un risultato. Il potenziamento dei controlli è indispensabile al livello nazionale. Il sistema del green pass può essere uno strumento utile se è utilizzato in maniera equa su tutte le attività e se collegato al sistema dei controlli.
Ora non è ancora chiaro chi debba controllare cosa. Come fa per esempio un privato a verificare l’identità di chi mostra la certificazione? Il governo nazionale deve puntare a rendere obbligatoria la vaccinazione nei servizi essenziali”.
“Stiamo puntando sulla vaccinazione di prossimità, coinvolgendo i medici di famiglia, vaccinando nei lidi e con i camper anche di notte – aggiunge -. Ma ci aspettavamo di più dalle iniziative sui luoghi di lavoro e nei servizi essenziali. Avevamo previsto con ordinanza regionale l’obbligo per questi lavoratori, ma il garante della privacy è intervenuto con un ammonimento”.
Il tasso di ospedalizzazione, spiega Razza, “non tiene in considerazione tutti i posti letto disponibili. Ho chiesto ai manager di riattivare tutti i reparti della fase emergenziale, quelli di marzo. Ma il tema non è ritardare la zona gialla di una o due settimane. Bisogna andare alla radice. L’unica azione da fare è invitare le persone a vaccinarsi e a rispettare regole di comportamento. Serve un impegno comune. Ricordo che le terapie intensive sono occupate soprattutto da non vaccinati. In questi giorni stiamo assistendo a un alto tasso di ‘pentitismò da parte di quelli che finiscono in ospedale. Puntiamo anche sulla cura a domicilio con gli anticorpi monoclonali”.
“Il primo monitoraggio sarà eseguito il 20 agosto – conclude Razza -. La valutazione epidemiologica terrà conto dell’incidenza del contagio per abitanti e della copertura vaccinale fra over 60 e over 80. Saranno i dipartimenti di prevenzione a proporre le restrizioni anche in base al tasso di ospedalizzazione dei focolai attivi”.
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