PALERMO (ITALPRESS) – Quarantuno anni fa una città già martoriata da guerre di mafia e omicidi eccellenti si risvegliò con il boato dell’ennesima esplosione, quella che in via Pipitone Federico, a Palermo, tolse la vita al presidente dell’Ufficio istruzione del Tribunale Rocco Chinnici, al maresciallo dei Carabinieri Mario Trabassi, all’appuntato Salvatore Bartolotta e a Stefano Li Sacchi, portiere dello stabile in cui Chinnici risiedeva. Il ricordo del magistrato, padre del pool antimafia, e di coloro che insieme a lui morirono è stato celebrato dinanzi all’abitazione in cui la Fiat 126 imbottita di tritolo saltò in aria quel drammatico 29 luglio 1983, attraverso la deposizione di una corona di fiori da parte di Caterina Chinnici, eurodeputata e figlia del presidente dell’Ufficio istruzione, del presidente della Regione Renato Schifani, del vicepresidente dell’Ars Nuccio Di Paola, del presidente dell’antimafia all’Ars, Antonello Cracolici, del vicesindaco Giampiero Cannella. Alla cerimonia hanno preso parte anche Giovanni Paparcuri, autista di Rocco Chinnici scampato alla strage di via Pipitone Federico, il procuratore capo di Palermo Maurizio De Lucia, il presidente della Corte d’Appello del Tribunale Di Palermo Matteo Frasca, il procuratore generale della Corte d’Appello Lia Sava e i rappresentanti delle Forze dell’Ordine.
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