PALERMO (ITALPRESS) – Mattinata di dialogo e confronto al Teatro Don Bosco Ranchibile di Palermo, dove il Procuratore di Roma, Francesco Lo Voi, ha risposto alle domande di ragazzi e docenti accorsi all’incontro “Mafia e Corruzione: un problema solo nazionale?”. Un excursus sulla criminalità organizzata, sulla sua metamorfosi, a partire dagli anni più bui di Palermo, a partire dai nomi di chi ha pagato con la vita il proprio impegno nella lotta contro Cosa nostra. “Ho tanti ricordi che mi legano a Falcone e Borsellino, erano i nostri punti fermi. Dal 1992 la situazione è molto cambiata. Tutti i grandi capi di Cosa nostra sono stati arrestati, e fortunatamente possiamo dire tutti. Tutti sono stati condannati agli ergastoli che meritavano. L’arresto di Messina Denaro chiude un capitolo importante. Le indagini però devono andare avanti, perchè la mafia non è finita e non può finire l’azione di contrasto contro Cosa nostra”, ha spiegato Lo Voi, sottolineando quanto mafia e corruzione siano una sfida attualissima, un fenomeno transnazionale che colpisce tutte le economie, e che per vincerlo servono cittadini per bene.
In una sala gremita di studenti, circa quattrocento, si è dato spazio ai ricordi, alle costanti attività di prevenzione svolte dalle forze dell’ordine, e al contempo alla preoccupazione sull’assalto ai fondi del Pnrr e sull’infiltrazione di soggetti insospettabili in centri di potere. “La corruzione comprende tutto quel vasto ambito di azioni contro la pubblica amministrazione – ha sottolineato il magistrato -. Abbiamo assistito a una sorta di inabissamento. Una delle principali arterie di Cosa nostra occupa centri di potere, si cela dietro a cosiddette a Facce pulite, insospettabili, mandate avanti a portare avanti gli interessi mafiosi. La situazione di Roma non è poi tanto differente da quella di Palermo. Abbiamo assistito allo scioglimento di comuni per infiltrazioni mafiose anche nella capitale. Si parla tanto dei fondi del Pnrr, perchè anche lì il rischio c’è, anche lì agiscono facce pulite. L’allarme è noto a tutti e l’auspicio è che ci si muova con cautela, con visione concreta, prospettica”, ha aggiunto il Procuratore.
Non sono mancati i richiami a casi difficili, come quello su Giulio Regeni o su Emanuela Orlandi, e sui quali tuttavia Lo Voi ha preferito non pronunciarsi dal momento che sono in corso indagini. “Ogni inchiesta va contestualizzata – ha detto il magistrato -. Passano gli anni e trovare le parole giuste è difficile. Vorresti dare risposte, conforto, ma non si può”.
Francesco Lo Voi ha concluso l’incontro ringraziando con ammirazione gli studenti, e ai quali ha rivolto queste ultime parole: “Dobbiamo cogliere il buono che deriva dalle esperienze giudiziarie e sociali vissute in passato. Scordiamoci che tutto possa risolversi con l’intervento repressivo della magistratura e delle forze dell’ordine. Senza il coinvolgimento della società, di leve giovani, di ciascun cittadino che deve fare la persona per bene. Guardo con ottimismo il presente. Tutti dobbiamo fare qualcosa perchè prima o poi questo bicchiere mezzo pieno si riempirà del tutto. Il quando dipende pure da noi. Continuo a restare ben volentieri in prima fila, ma spetta anche a voi farvi avanti”.
Tra i presenti anche il Prefetto Maria Teresa Cucinotta, il Procuratore generale Lia Sava, il Preside dell’Istituto Don Bosco Ranchibile Nicola Filippone, Annamaria Palma Guarnier, Presidente Centro Cesare Terranova e Don Domenico Saraniti, Direttore dell’Istituto.
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