PALERMO (ITALPRESS) – Anche se la situazione negli ospedali palermitani “sta migliorando”, la riapertura delle scuole “ci mette un pò in ansia” in vista dell’autunno-inverno. Ma la vaccinazione dovrebbe in ogni caso “produrre i suoi effetti”. La Sicilia è in zona gialla e ci resterà fino a fine settembre, ma il lavoro svolto anche in questi difficili mesi estivi fa meno paura a ridosso dei mesi più freddi: nel corso di un forum all’Agenzia Italpress Daniela Faraoni, direttore generale dell’Asp di Palermo, guarda con cauto ottimismo al futuro. Perchè l’obiettivo dell’80% di chi ha ricevuto almeno la prima dose del siero antiCovid entro settembre “è stato raggiunto” e questo permetterà “anche nell’eventualità di un nuovo rialzo di contagi, di poter mantenere livelli di criticità gestibili, con cure a domicilio”.
I numeri: nel capoluogo l’82,8% degli over 12 ha ricevuto la prima dose, il 75,3% è immunizzato. “Considerando anche coloro che hanno superato il Covid e che non si sono sottoposti a vaccinazione, siamo al di sopra di ogni aspettativa, ai livelli di Brescia, del Nord Italia”, sottolinea.
Solo sei comuni del Palermitano sono al di sotto del 70% a livello di prima dose: si tratta di Torretta, San Cipirello, Borgetto, Villabate, Santa Flavia e San Mauro Castelverde.
“In 75 Comuni su 82 siamo andati anche con l’aiuto dell’Esercito – dice Faraoni -. Questo risultato è la dimostrazione più eclatante del fatto che la pandemia non poteva essere affrontata se non con un regime di collaborazione. Ma certo non ci fermiamo qui”. Fondamentale è stato e sarà il supporto di medici di famiglia, pediatri, e di tutti i sindaci: “Ci hanno aiutato a superare ostacoli apparentemente banali, ma che sono talvolta elemento di ritardo. Palermo – evidenzia – ha dato prova di un senso di civiltà nella collaborazione delle istituzioni e della partecipazione della gente che abbiamo contributo a stimolare ma che in realtà abbiamo scoperto”.
Rimane il problema di quella parte di popolazione non ancora vaccinata. “E non è solo un problema dell’Asp o della Regione, è un problema di ciascuno di noi. Se non ci vacciniamo – osserva la manager – lasciamo una porta aperta al virus, che incontrandoci potrebbe modificarsi: è questa la nostra debolezza, e dobbiamo evitarlo”.
La pressione negli ospedali, dopo un nuovo periodo d’affanno (“dovuto anche ai numerosi turisti che hanno affollato Palermo”, precisa), è leggermente diminuita negli ultimi giorni. Un banco di prova fondamentale sarà l’ormai imminente riapertura delle scuole. “Questo ci mette un attimo in ansia, ma dal 3 luglio – osserva – abbiamo lavorato incessantemente per raggiungere con le vaccinazioni tutte le scuole della provincia. Questo ci ha dato la possibilità di arrivare con meno indecisi e con una fascia di popolazione più protetta. Così abbiamo dato un contributo alla riapertura delle scuole in sicurezza”.
Il reclutamento del personale medico e infermieristico, come evidenziato dalla pandemia, resta uno dei cronici problemi della sanità.
“Come Asp abbiamo procedure continuative per il reclutamento, purtroppo il personale sanitario che offre il mercato non è sufficiente e questa è certamente una difficoltà. Rivedere il numero chiuso nelle Università? Il Covid ci ha insegnato che nulla è per sempre. Ma – ricorda – non dimentichiamo che la sanità nel nostro Paese è pubblica. Anche se formo molte persone in più, bisogna poi vedere se il sistema economico è in grado di sostenerle. Bisogna ridistribuire nelle diverse specializzazioni le nostre risorse che si stanno formando, aderendo a richieste di specializzazione che al momento non sono soddisfatte dal mercato. La pandemia ha permesso di inserire in situazione d’urgenza nuovo personale, ma – conclude Faraoni – ora bisogna resettare e tornare a una situazione stabile”.
(ITALPRESS).
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