Secondo i dati raccolti da Telefono azzurro, si è riscontrato un aumento e un cambiamento delle richieste di aiuto: casi estremi di violenza domestica e sessuale, ma anche un diffuso senso di angoscia e paura per la mancanza di futuro, dovuto a questa situazione di confinamento. Ernesto Caffo, cofondatore di Telefono azzurro afferma: “I bambini e gli adolescenti stanno pagando un prezzo enorme a causa della pandemia: basta sottovalutare il loro sacrificio, è ora di pensare alla ricostruzione partendo da loro”.
Dall’inizio dell’emergenza sanitaria, i ragazzi che vivono in situazioni familiari complicate, si sono trovati a convivere forzatamente con persone che di solito trascorrono la maggior parte del tempo fuori casa. A questa grave condizione si aggiunge anche l’assenza totale o parziale di servizi sociali ed educativi. All’inizio i bambini e gli adolescenti erano meno preoccupati rispetto agli adulti; oggi li vediamo turbati per la mancanza di certezze che percepiscono dal loro nucleo familiare. Si tratta di elementi molto complessi per un bambino che ha bisogno di sicurezza, di avere con sé delle persone che lo rassicurino. In alcuni casi ciò avviene, ma sono molti i bambini che non hanno questo tipo di supporto, ritrovandosi solo e in preda alla paura.
I bambini e gli adolescenti soffrono la mancanza dei rapporti con i coetanei, del contatto fisico, della condivisione. Tutte cose che non possono essere sostituite dal mondo digitale. I ragazzi fanno fatica a seguire una didattica scolastica che non è interattiva, per non parlare dei tanti bambini con disturbi dell’apprendimento e altre problematiche, che in questo momento non hanno il sostegno cui avrebbero diritto e vengono quindi tagliati fuori dall’aula digitale.
I sogno dei ragazzi, il poter andare in vacanza o ad un concerto, è stato posticipando a date indefinite e nel frattempo le loro incertezze crescono. Possono però essere aiutati, facendoli sentire parte attiva nella ricostruzione del Paese, inserendo anche loro nel dibattito politico ed economico che sembrano essersi scordati di queste piccole, ma importanti, cittadini. A questo proposito Caffo spiega: “Stiamo costruendo canali di contatto per supportare gli insegnanti nell’affrontare alcune problematiche che gli studenti possono trovarsi a condividere con loro. Abbiamo lanciato un programma rivolto ai bambini dai 6 agli 11 anni su YouTube con gli influencer. Stiamo lavorando a stretto contatto col Miur per capire come adattare le tecnologie che abbiamo a disposizione a una generazione di ragazzi che vuole partecipare, essere presente, testimoniare un impegno per il proprio futuro. Dobbiamo riorganizzare la scuola sulla base di quelle che sono le loro esigenze”.
Per questi mesi primaverili ed estivi, se la scuola resterà chiusa, bisogna trovare il modo di offrire ai ragazzi attività educative, sociali e sportive, con la dovute procedure anti-contagio. Il digitale in questa situazione è uno strumento fondamentale, ma si deve ridare senso al rapporto emotivo e relazionale tra le persone. Il cofondatore di Telefono azzurro conclude: “Per i mesi a venire immagino attività e iniziative in tutta Italia che possano essere occasioni di incontro e di immaginazione del futuro. Non penso a un’estate di vacanza, perché purtroppo non è il momento di fare soste improprie: c’è bisogno di ripartire”.
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