Vittorio Sgarbi in uno dei sui ultimi video si chiede chi siano Pregliasco e Burioni, i due virologi che insieme al governo hanno messo a punto l’ultimo decreto sul Covid-19, per dirci di stare tutti a casa. Di fronte a un virus che a oggi ha causato 463 morti in Italia e che vede 733 persone ricoverate in terapia intensiva, il buon senso porterebbe a fidarsi più di due medici specializzati che di Sgrabi, se non fosse che quest’ultimo è un personaggio pubblico ed un deputato.
Le teorie del complotto sul virus, in queste settimane non si sono fermate sui social, ma tutto cambia quando questi discorsi entrano in parlamento, o vanno in televisione. In una situazione di totale emergenza, in cui si chiede al popolo di rimanere a casa il più possibile, chi incita alla libertà di movimento, alla violazione delle regole e ridicolizza l’emergenza, andrebbe messo nelle condizioni di non farlo. Si è davanti a un’apologia di reato, se si pensa che se si decidesse di seguire le indicazioni di Sgarbi, si incorrerebbe nella violazione dell’articolo 650 del codice penale (inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità) e spetterebbero tre mesi di carcere o una multa.
Ci sono delle disposizioni da seguire ed è un discorso di sicurezza nazionale, quindi siccome non si può, per ovvie ragioni, limitare la libertà di pensiero e di parola dei cittadini riguardo il Covid-19, quanto meno i personaggi di rilievo non dovrebbero contribuire ad alimentare il caos. Ma Vittorio Sgabri non è il solo a pensare che questa emergenza non sia così grave. Il pentastellato Barillari qualche giorno fa ha affermato che dietro la diffusione di questo virus ci sono le case farmaceutiche che prevedono di guadagnare creando e distribuendo il vaccino; poi continua dicendo che con l’imminente caldo in arrivo, il virus sarà solo un lontano ricordo. La leghista Saltamartini, invece, pubblica sui social una foto del suo private party con oltre 60 persone ammassate che chiaramente non rispettano quanto stabilito dal governo.
L’emergenza c’è e a dare il buon esempio dovrebbero essere, per l’appunto, i personaggi pubblici e politici.
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