Il Governo e l’opposizione continuano a non voler collaborare anche in questo difficile momento storico. La certezza l’ha data il premier, Giuseppe Conte, quando, rivolgendosi al leader leghista con queste parole: “Certo noi ci confrontiamo, caro Matteo, ma tu non puoi diffondere post sul sito dell’Inps in tilt. Così stai soffiando sul malcontento”.
Alle 9:30, nella sala verde di Palazzo Chigi, seguendo tutte le norme anticontagio, si presentano avanti al Presidente del Consiglio: Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Antonio Tajani e Maurizio Lupi. Conte tende la mano dicendo che gli sembrano eccessivi gli oltre mille emendamenti presentato dall’opposizione al Cura Italia. La Meloni lo blocca chiedendo quanti siano di Italia Viva, scatenando le risate di tutti. Conte, da parte sua, assicura da ora in avanti massima collaborazione e di scrivere assieme alle opposizioni il prossimo decreto di Aprile, si augura un tavolo maggioranza-opposizione che si riunisca più spesso.
Dall’altra parte del tavolo Meloni, Salvini e Tajani pongono diversi interrogativi: “Quanto verrà pagata la Cassa integrazione? E delle partite Iva che ne sarà? Quanti fondi metterete per risolvere la crisi?”. La Meloni esorta a procedere spediti, saltando gli aspetti burocratici e mettendo i soldi sui conti correnti degli italiani il prima possibile. Aggiungendo che “la proposta di Giulio Tremonti sull’emissione di titoli di Stato a lunghissimo termine, a rendimento contenuto e senza tasse è sicuramente interessante e da valutare”.
Alla fine del colloquio, durato oltre le due ore, i tre leader delle opposizioni non sembrano soddisfatti. Con i cronisti la leader di Fratelli d’Italia commenta: “Moltissime delle domande che continuiamo a fare non hanno una risposta, non l’hanno avuta neanche oggi e speriamo di averla nelle prossime ore perché la nostra disponibilità continua ad esserci”, con cui concorda pienamente Salvini. Tajani si unisce alla scena dicendo che “al governo abbiamo avuto impegno formale, vediamo poi nel concreto. Ora serve concretezza. Aspettiamo risposte concrete”. Un apparato politico molto frammentato, ma almeno le varie parti concordano su un punto: il rinvio delle amministrative e delle regionali che si sarebbe dovuto celebrare in primavera.
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