Massimiliano Fuksas, l’architetto che tutto il mondo invidia all’Italia, parla dalla sua casa di campagna, in Toscana, riguardo la questione dello smart working. Grazie a questo ed alla video conferenze riesce, infatti, a tenere sotto controllo tutti i suoi progetti, presenti, passati e in programma.

 

Attraverso Huffington Post parla del suo nuovo progetto: “In questo momento stiamo lavorando ad un’ipotesi di un “non ospedale”, una ricerca che parte da tre livelli di sanità: uno interno alla propria abitazione, uno che è di quartiere o di aggregato sociale e l’altro che è un qualcosa che si installa ai margini degli ospedali stessi per evitare quello che è successo”. È, come spiega Fuksas, un sistema di sanità in cui l’obiettivo è quello di non mandare una persona al pronto soccorso dell’ospedale.

 

Il primo presidio è l’abitazione, il luogo più sicuro di tutti in questi giorni, poi si aggiungeranno termometro e il misuratore di saturazione di ossigeno. “Bisogna ripensare alla casa”. Tra le cose da aggiungere, secondo l’architetto, ci sono le postazioni tecnologiche così che la gente possa comunicare e continuare a fare il tele lavoro o il tele studio. Ci sarà anche la tele medicina, ovvero, un medico professionista che controllerà a distanza i macchinari e il paziente, così da evitare di frequentare luoghi di infezione, quali sono gli ospedali.

 

“Il fine primario sarà quello di proteggere i malati e di salvarli, ma prima ancora il fine è di salvare i medici e gli infermieri. L’assistenza al malato sarà fatta a distanza, pertanto, io direi di chiamarlo Smart Hospital”.