Indossare la mascherina quando si è a contatto con altre persone è, al momento, l’unico modo per proteggersi dal contagio della SARS-CoV-2, o almeno in grado limitare i rischi. Infatti, almeno fino a quando non sarà pronto un vaccino o una cura, i dispositivi di protezione personale saranno indispensabili, oltre che obbligatori.
In quanto accessorio di cui è impossibile fare a meno per tutelare la propria salute, le mascherine facciali sono diventate l’ossessione di una gran fetta della popolazione mondiale. Si vuole sapere tutto sulla loro efficacia. Quale tipo di mascherine proteggono le altre persone e noi stessi dai droplet? Quanto possono essere usate le mascherine usa e getta? E, quelle lavabili sono efficaci tanto quanto le mascherine chirurgiche?
A prescindere dalle domande che vengono poste e dalle domande e pareri che vengono dati, nel prossimo futuro queste potrebbero passare dall’essere dispositivi di protezione passivi al diventare dispositivi attivi in grado di “abbattere la carica batterica”. Il prototipo messo a punto da alcuni ricercatori dell’Università dell’Indiana, che potrebbe rappresentare una soluzione particolarmente efficace, segue questo filo logico. Il principio su cui si basa il prototipo di questa nuova mascherina è basato su un tessuto chiamato “elettroceutico“, che utilizza una debole carica elettrica per neutralizzare il virus Codi-19.
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