Gordon Lichfield, direttore di un noto magazine universitario americano, ha analizzato la situazione: “Per fermare il coronavirus dovremo cambiare radicalmente quasi tutto quello che facciamo: come lavoriamo, facciamo esercizio fisico, socializziamo, facciamo shopping, gestiamo la nostra salute, educhiamo i nostri figli, ci prendiamo cura dei nostri familiari. La maggior parte di noi probabilmente non ha ancora capito, e lo farà presto, che le cose non torneranno alla normalità dopo qualche settimana, o addirittura dopo qualche mese. Alcune cose non torneranno mai più“.
Ecco alcune importanti considerazioni tratte da milanofinanza.it:
Il direttore parte dalla valutazione per la quale ogni paese dovrebbe comportarsi in questo momento come in Italia, ovvero diminuire i contagi: distanziamento sociale, affinché un numero sufficiente di persone prenda il Covid-19 lasciando gli altri completamente immuni oppure aspettare l’arrivo di un possibile vaccino. E’ comunque impensabile che finisca qui, finché qualcuno nel mondo sarà contagiato dal virus la storia continuerà a ripetersi e saremo nuovamente senza rigorosi controlli.
Secondo un modello ideale alcuni ricercatori hanno concluso che un metodo efficace di distanziamento sociale per la prevenzione del virus nelle scuole possa essere l’apertura delle attività scolastiche per due mesi alla volta intervallati da un mese di pausa, finché non sarà disponibile un vaccino. Ma la suddetta questione non risolve i problemi dettati dalle altre persone esposte. Anche se si impostassero fabbriche per sfornare letti e ventilatori e tutte le altre strutture e forniture, si avrebbe comunque bisogno di molti più infermieri e medici per prendersi cura di tutti.
Si potrebbe pensare ad una restrizione valida per un periodo lungo tipo 5 mesi? Non funzionerebbe comunque, una volta tornati a vivere senza misure di distanziamento la pandemia tornerebbe nuovamente in inverno, proprio nel momento peggiore per il sistema sanitario. Problematica anche la questione dell’accumulo dello stress: genitori che cercano di far studiare i figli in casa; persone concentrate su parenti anziani con cura per non esporli al contagio; persone che non hanno una stabilità finanziaria per sopravvivere alla situazione, ecc.
Come possiamo andare avanti in questo mondo nuovo? Lichfield spera nel miglioramento della sanità, con la formazione di unità specifiche, rapide in grado di bloccare le epidemie prima della loro diffusione… sviluppo sostenuto di farmaci, kit per test, attrezzature. Forse sarà troppo tardi per l’emergenza attuale, ma sarà sicuramente d’aiuto per future situazioni del genere.
Come di consueto, purtroppo il prezzo più alto sarà pagato dai più deboli e dai poveri, le persone che avranno meno accesso a controlli sicuri a cui saranno escluse le possibilità di frequentare luoghi invece aperti a tutti gli altri. Le persone occupate con lavoretti extra per arrotondare vedranno un calo drastico nel loro settore e gli immigrati troveranno un ulteriore muro da superare prima di entrare nella società.
La terra è sempre in continua evoluzione, il cambiamento c’è anche quando non lo percepiamo. L’adattamento è parte integrante della specie dell’essere umano, ma come accade ogni volta all’arrivo di una situazione differente a perderci sarà sempre la gente che avrà già perso molto. Possiamo solo sperare che questa difficile situazione spinga diverse nazioni del mondo a finirla con le ingiustizie sociali che rendono più vulnerabile un’ingente parte della popolazione.
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