“La crisi del Coronavirus non è solo una crisi nazionale. E’ una crisi europea e deve essere trattata come tale. Ma Roma non dovrebbe essere lasciata a gestire da sola questa crisi: oltre alle misure nazionali, questa è una crisi che richiede una risposta globale e, soprattutto, europea”. Questo è quanto Maurizio Massari, il rappresentante dell’Italia in UE, scrive in una lettera pubblicata su Politico. “Siamo grati alla Commissione europea per il suo impegno positivo e al presidente del Consiglio europeo per aver promosso una consultazione tra i leader dell’Unione europea al fine di discutere di un ulteriore coordinamento e di possibili azioni comuni ma è ora che l’UE vada oltre l’impegno e le consultazioni, con azioni di emergenza rapide, concrete ed efficaci”.
“Innanzi tutto, dobbiamo garantire, sotto il coordinamento dell’UE, la fornitura delle attrezzature mediche necessarie e la sua ridistribuzione tra i paesi e le regioni più bisognosi. Oggi questo significa Italia; domani, il bisogno potrebbe essere altrove. L’Italia ha già chiesto di attivare il meccanismo di protezione civile dell’Unione europea per la fornitura di attrezzature mediche per la protezione individuale. Ma, sfortunatamente, non un solo paese dell’UE ha risposto all’appello della Commissione. Solo la Cina ha risposto bilateralmente. Certamente, questo non è un buon segno di solidarietà europea”.
L’UE potrebbe aiutare in questa situazione creando un nuovo strumento per supportare i costi sanitari e contribuire a ridurre le conseguenze economiche della quarantena. Secondo il rappresentante italiano presso la UE, quest’epidemia è un test per la coesione e la credibilità dell’UE. L’Europa deve agire secondo il principio della difesa reciproca e aiutare i membri la cui sicurezza è minacciata. Insieme si può fare la differenza.
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