I carabinieri, al termine dell’ operazione antidroga denominata Junior, scattata tra l’Italia, la Spagna e la Sicilia, hanno arrestato 9 persone. Sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico di droga, con l’aggravante della transnazionalità.
Tra gli indagati, un uomo di 34 anni di Pozzallo, Fabio Di Raimondo Metallo, indicato dagli inquirenti come uno dei punti di riferimento per l’organizzazione. Secondo la ricostruzione dei carabinieri, si sarebbe occupato di coltivare e procurare la droga in Spagna, dove alloggiava in una villa. Quei carichi, per l’accusa, sarebbero stati immessa sul mercato piemontese e siciliano.
Dirigeva il traffico di droga dal carcere di Aosta, dove era detenuto, scambiando pizzini durante i colloqui con la compagna e la sorella, o servendosi di cellulari introdotti di nascosto nella struttura. È una delle scoperte fatte nel corso dell’indagine dei carabinieri del Ros e della direzione Distrettuale antimafia del Piemonte sfociata oggi nell’esecuzione di nove misure cautelari.
L’uomo, Giuseppe Nerbo Junior, era stato arrestato nel 2017 a Barcellona, in Spagna, dove si era rifugiato per sfuggire alla cattura nel quadro delle indagini sull’omicidio di un orefice, Patrizio Piatti, ucciso a Monteu Roero (Cuneo) il 9 giugno 2015. Una volta estradato in Italia era stato portato nel carcere di Aosta, da dove continuava a coordinare l’importazione di hashish e cocaina. Quando venne individuato, nel 2018, a prendere le redini del gruppo furono la compagna e la sorella, che ora sono state arrestate insieme a tutti i componenti del gruppo.
L’attività ha consentito di sequestrare 170 kg di sostanza stupefacente tra cocaina, hashish ed anfetamine e di individuare diramazioni dell’organizzazione in Spagna, Piemonte, Sardegna e Sicilia. Contestualmente, a carico del sodalizio, è stato eseguito un sequestro preventivo per equivalente di settecentomila euro.