Vi avevamo raccontato nei giorni scorsi il clamoroso caso di una donna che per 13 giorni ha atteso al pronto soccorso di Sciacca, nell’Agrigentino, al pronto soccorso, che si liberasse un posto nel reparto di Medicina dove doveva essere ricoverata.
Adesso scoppia un altro caso relativo ai tempi lunghi della sanità pubblica siciliana.
Una donna del Ragusano ha dovuto attendere due giorni e mezzo al Pronto soccorso dell’ospedale di Modica prima che le venisse assegnato un posto letto. Sessanta ore.
Ecco che arrivano, tramite una nota stampa, i chiarimenti dell’Asp di Ragusa.

La premessa

La nota inizia così: “In riferimento alla notizia pubblicata da alcuni organi di stampa, che raccontavano della lunga attesa di una paziente (60 ore) al Pronto soccorso di Modica prima dell’assegnazione di un posto letto, e a seguito di una richiesta di chiarimento pervenuta dall’assessorato regionale alla Salute, la Direzione strategica dell’ASP di Ragusa, nelle persone del Commissario straordinario, dott. Gaetano Sirna, e del Direttore sanitario, dott. Raffaele Elia, ha condotto un’indagine interna e appurato quanto segue”.

La ricostruzione dei fatti e la prima visita medica

Prosegue la nota: “La paziente, residente a Ragusa, giungeva al Triage dell’ospedale di Modica la mattina di giovedì 17 novembre, alle ore 8.18, riferendo di accusare sindrome vertiginosa dal sabato precedente, trattata per cinque giorni con terapia domiciliare su prescrizione di uno specialista. Rilevati parametri vitali nella norma, e dopo un consulto con le figlie, la paziente veniva inviata dall’infermiere di Triage presso il reparto di Otorinolaringoiatria per una consulenza. Lo specialista otorino, dopo averla visitata, ha consigliato alla donna un approfondimento con visita ambulatoriale neurologica”.

“Nulla di acuto in atto”, consigliati accertamenti non eseguibili al Pronto soccorso

E ancora: “Prima che venisse eseguita la suddetta visita, il Dirigente medico in servizio al Pronto soccorso ha fatto correttamente eseguire un esame TAC dell’encefalo che metteva in evidenza una “grave vasculopatia cerebrale cronica possibile causa di vertigini di origine centrale” e nulla di acuto in atto. La successiva valutazione neurologica evidenziava vertigini soggettive e consigliava terapia infusionale ed ulteriori accertamenti diagnostici, che però non risultavano di pertinenza o eseguibili al Pronto soccorso se non per patologie tempo dipendenti o traumatiche midollari”.

Niente posti all’ospedale di Modica, “i familiari decidevano di attendere al Pronto soccorso”

“Eseguiti gli esami ematochimici e il tampone molecolare, si decideva, unitamente alla paziente e alle figlie, di proseguire l’iter in regime di ricovero ospedaliero, nonostante si trattasse di “codice verde”. Le stesse venivano rese edotte dell’assenza di posti letto in atto presso il Presidio Ospedaliero di Modica e nonostante ciò accettavano di attendere in Pronto soccorso”.

Niente posti anche all’ospedale di Ragusa

“Inoltre, il Dirigente medico del turno successivo, in considerazione che la paziente era di Ragusa e si era presentata al Pronto soccorso di Modica esclusivamente in quanto indirizzata dallo specialista otorino del Presidio, richiedeva un posto letto presso l’ospedale “Giovanni Paolo II” di Ragusa, con esito negativo per indisponibilità di posti”.

“Paziente non su una semplice barella”, alla fine ricoverata in Geriatria

Conclude la nota: “Pertanto la paziente rimaneva in Pronto soccorso, su letto barella con materasso antidecubito (e non su una semplice barella), in attesa che si liberasse il posto letto in Geriatria dove veniva ricoverata in data 19/11/2022 alle ore 16.32. Tanto si doveva per completezza d’informazione”.

Dipasquale (Pd): “Sanità a pezzi e che i siciliani non meritano”

Sul caso era intervenuto il parlamentare regionale del Partito Democratico, Nello Dipasquale: “E’ questa la sanità ereditata da cinque anni di governo del centrodestra in Sicilia, una sanità a pezzi e che i siciliani non meritano. La sanità siciliana è fatta di ritardi, disservizi e lunghe liste d’attesa per gli accertamenti diagnostici, ma le responsabilità non sono dei medici né degli altri lavoratori del settore: la verità è che negli ultimi cinque anni abbiamo assistito all’uomo solo al comando e a una serie di spot su una sanità che in realtà non ha alcuna organizzazione né qualità dei servizi.
Ho scritto al nuovo assessore Giovanna Volo per segnalare l’episodio di Modica e per chiedere su quali linee il nuovo governo regionale intenda muoversi. Sappia il governo Schifani – aveva concluso il deputato – che il Pd intende difendere la sanità pubblica, non accetteremo nuovi passi indietro in favore dei privati e siamo pronti alla mobilitazione”.

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