- Niente rito abbreviato condizionato per Davide Corallo, la sua richiesta è stata rigettata
- L’ex carabiniere è accusato dell’omicidio dello chef modicano Peppe Lucifora, morto nel novembre 2019
- Il processo avrà inizio a Siracusa l’11 maggio
La richiesta di rito abbreviato condizionato, formulata dai legali di Davide Corallo, unico imputato dell’omicidio del cuoco modicano Peppe Lucifora, è stata rigettata dal gup presso il Tribunale di Ragusa, Andrea Reale: il processo sarà celebrato dinanzi alla Corte di Assise di Siracusa nell’udienza del prossimo 11 maggio.
Chi è l’imputato
L’imputato era collegato dal carcere di Caltagirone. Davide Corallo, carabiniere sospeso dall’Arma in carcere dal 15 giugno del 2020, è accusato dell’omicidio del cuoco modicano Peppe Lucifora, 57 anni, il cui corpo senza vita venne trovato – il 10 novembre del 2019 – chiuso a chiave all’interno di una stanza della sua abitazione di largo XI febbraio al quartiere Dente di Modica.
Scena muta davanti al gip
Lo scorso 19 giugno, Davide Corallo ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere davanti al gip. Corallo nell’interrogatorio tra il 13 e il 14 febbraio 2020, alla presenza dei suoi legali, prima del suo arresto, aveva respinto ogni accusa, sostenendo di essersi recato nella casa della vittima diversi giorni prima del delitto. Una tesi che non ha mai convinto l’accusa, anzi, secondo la Procura di Ragusa, ci sarebbero delle tracce nell’appartamento del cuoco tali da dimostrare la presenza del trentunenne in quella casa nelle fasi in cui si sarebbe consumato l’omicidio, il cui movente, nella ricostruzione dei magistrati, è legato a motivi passionali. Un castello di accuse che ha convinto il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Ragusa, Eleonora Schininà, che aveva firmato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Davide Corallo.
Le cause della morte di Lucifora
L’autopsia eseguita sul cadavere dello chef modicano aveva rilevato che l’uomo era morto per asfissia dopo essere stato picchiato e strangolato, una fine terribile. Nel giorno dell’omicidio, alcuni suoi clienti lo avevano atteso invano per ore senza che l’uomo si presentasse, Così era stata allertata la famiglia e i vigili del fuoco erano arrivati nell’appartamento di largo XI febbraio. Avevano sfondato la porta trovando Lucifora riverso a terra, senza vita. L’auto e la moto erano parcheggiate di fronte alla palazzina.
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