È morto a 56 anni Giuseppe Diquattro, il macellaio di Ragusa finito sotto processo per il caso del neonato abbandonato il 4 novembre del 2020. Diquattro è deceduto a causa di un infarto, nei prossimi avrebbe partecipato ad un’udienza davanti il Tribunale dei minori di Catania che l’aveva convocato nell’ambito dell’azione per il riconoscimento che non aveva chiesto ma a cui, secondo quanto riferito dall’avvocato difensore Michele Sbezzi, non si sarebbe opposto. I funerali saranno celebrati quest’oggi alle 11, presso la Parrocchia di San Paolo Apostolo.
Il caso del bimbo abbandonato e il processo
Il processo d’appello era stato fissato davanti la Seconda sezione penale della Corte di Appello per il 5 aprile dell’anno prossimo. In primo grado il macellaio era stato condannato a due anni di reclusione, con la concessione delle attenuanti generiche, davanti al Tribunale di Ragusa. Per il caso del piccolo Vittorio Fortunato, il neonato per il quale Diquattro, il padre naturale, inscenò l’abbandono e il ritrovamento, il pm Ottavia Polipo aveva chiesto la condanna a 2 anni ed 8 mesi per abbandono di minore.
La tesi della difesa
Secondo la perizia del consulente di parte, Maurizio Sittinieri, Giuseppe Diquattro avrebbe avuto un comportamento irrazionale, dettato da una momentanea incapacità di intendere. Secondo la difesa, l’uomo avrebbe simulato l’abbandono del neonato a causa di uno squilibrio psichico dovuto all’improvvisa rivelazione che quel bimbo era suo figlio, circostanza che aveva appreso quando l’ex compagna gli chiese aiuto. Quando lui la raggiunse, si trovò davanti al fatto che la donna aveva appena partorito in casa. Lo stress inaspettato e improvviso dovuto alla circostanza avrebbe compromesso la sua capacità di agire razionalmente e portandolo a inscenare l’abbandono e il ritrovamento. Su questo ha puntato l’avvocato Sbezzi nel corso del suo articolato intervento. La difesa nel chiedere l’assoluzione ha sostenuto che l’uomo non ha mai, di fatto, abbandonato il piccolo.
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