Due anni pena sospesa per le due maestre accusate di maltrattamenti in una scuola materna di Vittoria, nel Ragusano. Il giudice del tribunale Vincenzo Panebianco ha dunque accolto quanto era stato chiesto dalla Procura di Ragusa. Alle due imputate, Giovanna Guastella, 63 anni, e Giovanna Campailla, 58 anni, riconosciute le attenuanti generiche come riportato dal quotidiano on line Ragusa oggi. Stabilito anche un risarcimento per le parti civili che dovrà essere quantificato dal tribunale civile. I legali delle imputate avevano chiesto la derubricazione del reato, da maltrattamenti aggravati ad abuso dei mezzi di correzione. Ma l’istanza non è stata accolta.
Operazione di 4 anni fa
L’operazione scattò nel gennaio del 2020 ed entrambe le imputate erano state mandate a processo con giudizio immediato. Le due donne furono all’epoca arrestate dalla polizia del commissariato di Vittoria al culmine di un’indagine sulle presunte violenze all’interno di quella scuola. La Procura, a conclusione delle indagini, confermò il quadro probatorio delle violenze all’asilo che era stato ricostruito dagli agenti. Accertate nei confronti dei bimbi “gratuite ed inaudite violenze fisiche e verbali. Quotidianamente e senza alcun motivo le donne insultavano, umiliavano, spintonavano, strattonavano e percuotevano le povere vittime indifese che ormai, impietrite, sottostavano ai continui maltrattamenti e vessazioni, senza reagire e senza potere, data la tenerissima età – tutti al di sotto dei 3 anni -, neanche raccontare le angherie subite ai genitori”.
Il silenzio all’interrogatorio di garanzia
Davanti al Gip Andrea Reale le due insegnanti non vollero rendere alcuna dichiarazione durante l’interrogatorio. L’indagine prese le mosse da una segnalazione giunta al commissariato dai genitori di alcuni bambini. Più che vere e proprie denunce si trattava di segnalazioni di sospetti, visto che i bambini si limitavano a non volere andare a scuola o ad additare con semplici frasi le maestre. Atteggiamenti che potevano facilmente essere scambiati per piccoli capricci ma che in realtà, secondo gli inquirenti, nascondevano, invece, ben altro. Proprio la credibilità della denuncia presentata ha convinto gli inquirenti a piazzare telecamere di videosorveglianza nelle classi dell’asilo. Le immagini mostrarono quotidiani insulti, spintoni, strattoni e percosse ai bambini senza gravi motivi. La reazione delle maestre scattava ad ogni capriccio dei piccoli.
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