Sono stati sentiti dalla Commissione parlamentare sul sistema bancario e finanziario i vertici della Banca Agricola Popolare di Ragusa (Bapr) al centro di uno scontro con i piccoli azionisti per il crollo del valore dei titoli acquistati dall’istituto. Il problema è che la banca, come emerso in un recente inchiesta della Guardia di finanza, coordinata dalla Procura di Ragusa, avrebbe posto un limite al riacquisto delle proprie azioni. Insomma, niente soldi liquidi per i risparmiatori.
All’audizione hanno partecipato il presidente della Bapr, Arturo Schininà e il direttore generale Saverio Continella. “Con riferimento alla liquidabilità del proprio titolo azionario, è stato inoltre chiarito come la Banca abbia sempre ricercato ogni possibile modalità, spesso innovativa, nel rispetto della normativa vigente. Anche su questo tema Bapr ha manifestato la volontà di cogliere proattivamente ogni eventuale opportunità che si dovesse palesare” fanno sapere dall’ufficio relazione esterne ella Banca Agricola Popolare di Ragusa.
Nel corso dell’audizione, i vertici della Bapr , hanno evidenziato di aver lavorato “in uno scenario generale di incertezza macroeconomica, a salvaguardia della stabilità della Banca, con scelte aziendali finalizzate a garantire una prospettiva di lungo termine”. Per il board dell’istituto ragusano si è verificato ” “il miglioramento della qualità del portafoglio crediti della Banca, grazie alla drastica riduzione degli stock di crediti deteriorati ed al rafforzamento dei livelli di copertura dei NPL, avvenuti, nel corso degli ultimi anni, in linea con le indicazioni regolamentari. L’azione di de-risking è stata effettuata mantenendo la stabilità dei coefficienti patrimoniali dell’Istituto”.
Nei giorni scorsi, i militari delle Fiamme Gialle di Ragusa si sono presentati nella sede centrale della Banca agricola popolare di Ragusa, per acquisire documenti. Alla base dell’indagine aperta dalla Procura della Repubblica, ci sarebbero diverse decine di denunce di risparmiatori.