Si trova al sicuro a Palanca, in Moldavia, insieme ai suoi cari, Giovanni Bruno, il marittimo di Pozzallo che era rimasto bloccato con la famiglia da 24 giorni a Kherson, in Ucraina. L’uomo aveva lanciato molti appelli per chiedere di essere aiutato a lasciare la città sotto assedio russa, anche da Casa Minutella. La notizia è stata data dall’AGI.
Il siciliano ha raccontato: “Siamo salvi. Ieri sera siamo stati contattati da un giornalista di Radio Rai, Simone Zazzera. Adesso siamo in macchina con lui, si è offerto di accompagnarci”. Si è appreso che l’uomo era arrivato ieri, sabato 19 marzo, ad Odessa dopo aver deciso di lasciare Kherson in auto.
“Ho letto l’AGI che annunciava il suo arrivo ad Odessa e mi sono messo in contatto con Giovanni – ha affermato il giornalista della RAI Simone Zazzera -. Mi ha detto che non aveva un passaggio fino a Palanca, il punto di confine tra Ucraina e Moldavia più vicino ad Odessa, un’ora di macchina circa. Volevo raccontare questa storia e avrei potuto accompagnarlo. Con Artem, l’autista che mi aiuta qui in Ucraina, siamo andati questa mattina a prendere Giovanni, la moglie e la piccola bimba di 22 mesi. Li abbiamo accompagnati a Palanca”.
Il viaggio di Bruno, della famiglia e del giornalista è durato circa un’ora e mezza, rallentato da almeno sei check point. Giovanni Bruno aveva comunicato alla Farnesina della sua intenzione di lasciare Kherson e si era messo in contatto con il consolato italiano a Odessa. L’ultimissimo tratto è stato percorso senza Artem perché cittadino ucraino: infatti, non può lasciare l’Ucraina in base alla legge marziale. Zazzera, una volta salutato Bruno al confine, è tornato indietro con Artem per raccontare la guerra.
Il racconto a Casa Minutella
Giovanni Bruno, la moglie ucraina e la figlia di soli 22 mesi erano bloccati in Ucraina da più di tre settimane. Il siciliano a Casa Minnutella aveva raccontato: Di solito viviamo in Italia ma quando m’imbarco, mia moglie viene ad abitare qui per uno o due mesi. Quando sbarco, lei torna in ritorna in Italia. Questa volta, siccome abbiamo una bimba piccola ho deciso di andare in Ucraina a prenderle, per poi tornare insieme. Saremmo dovuti tornare il 5 marzo in Italia, invece siamo rimasti bloccati qui”.
E ancora: “Abbiamo cercato di andarcene da Kherson il primo giorno di combattimenti. Non ci siamo riusciti, ci hanno rimandato indietro per fortuna non ci hanno sparato, ci sono posti di blocco a tutte le uscite della città”.
Secondo il racconto di Bruno, la città sarebbe stata conquistata dall’esercito russo. “Ma dentro la città si continua in qualche modo a vivere – tutte le mattine usciamo alla ricerca di cibo. Ci sono gli agricoltori locali che vendono patate, cipolle o carote. I supermercati ormai sono completamente vuoti. Per fare la spesa passano almeno due ore, poi si rientra subito a casa, ci chiudiamo in casa nella speranza di arrivare all’indomani mattina. Ora, però, mia moglie ha finito le medicine per la tiroide e non arriva niente, In città non può entrare e non può uscire niente”.
Adesso, per fortuna e grazie al giornalista della RAI, Bruno e la sua famiglia sono sani e salvi.
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