“Sono indagato per un reato che mi fa paura solo a nominare: voto di scambio politico – mafioso.
Quale uomo di legge, quale sono, faccio fatica sinceramente a comprendere i motivi per cui mi trovo sottoposto a questa terribile prova, a soli due giorni dal voto di ballottaggio e dalla vittoria elettorale che sento ormai prossima e certa”.
Scrive così Giovanni Moscato candidato sindaco di Vittoria raggiunto da un avviso di garanzia assieme ad altre otto persone fra cui il suo rivale al ballottaggio Francesco Aiello.
L’esponente politico che guida una coalizione di centrodestra spiega che dagli atti in suo possesso non c’è una dichiarazione di accusa, da parte dei collaboratori di giustizia: “L’indagine – scrive Moscato – nasce da dichiarazioni di due collaboratori di giustizia, che parlano diffusamente e con dovizia di particolari dell’aiuto fornito dal clan Carbonaro –Dominante ad alcuni esponenti politici del vittoriese. Ciò sarebbe avvenuto sia nelle passate competizioni elettorali, ossia le elezioni per il sindaco di Vittoria, che per quelle regionali del 2012, nelle quali io non ero candidato”.
Moscato sostiene che “i due collaboratori di giustizia non hanno mai pronunciato il mio nome, ma quello di parecchi altri miei avversari politici. Perché allora ci sono io in mezzo a questo ciclone, per fatti che io per primo ho da sempre denunciato? La risposta è: perché tra gli altri otto indagati, compare il nome di un candidato della lista collegata alla mia coalizione, Cesare Campailla, accusato dello stesso reato. Nessuna condotta specifica ulteriore mi viene rimproverata dai magistrati della Procura Etnea”.
Il candidato sindaco di Vittoria chiede il più rigoroso e rapido approfondimento investigativo e ha chiesto di essere sentito immediatamente per chiarire la propria posizione e per fornire il mio personale contributo alla esatta ricostruzione della vicenda.
Moscato su Cesare Capailla dice: “Uomo che, per le sue battaglie, è stato anche sotto scorta e che sin da quando ha abbracciato il nostro progetto politico, si è sempre contraddistinto per la sua correttezza ed onestà. La cosa più assurda di questa storia è che secondo la ricostruzione ipotizzata della Procura, lo stesso Campailla avrebbe avuto il potere di determinare l’esito del voto, controllando le preferenze di gruppi malavitosi, veicolandole a proprio piacimento, ma che all’esito dello spoglio del 05/06/2016, non solo non è stato eletto, ma non sarà eletto consigliere neanche all’esito dello spoglio del 19/06/2016 in cui risulterò vincitore.
Quindi, il dato elettorale conferma quella che già appare essere un’accusa inconsistente, ovvero che Cesare Campailla ha ottenuto soltanto 249 voti, che lo hanno relegato al sesto posto della sua lista “Riavvia Vittoria”.
Cari amici, Vi pare possibile che un candidato che sarebbe in grado di veicolare i voti della mafia, ottenga un risultato così modesto??? Soltanto 249 Voti???”
Stamani la Guardia di Finanza ha effettuato delle perquisizioni nei comitati elettorali fra cui quello di Moscato.
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