Italiani e Albanesi, ma anche tunisini, marocchini e polacchi. Donne e uomini. Era ben assortita l’organizzazione che a Ragusa ha gestito una delle più fiorenti attività di spaccio in quella zona.
Diciassette le misure cautelari sono state notificate dalla squadra mobile di Ragusa. Sei sono le donne: si tratta di due italiane, due albanesi, una polacca e una marocchina. Una di loro aveva in casa dell’eroina, un’altra della marijuana.
Sono state le intercettazioni telefoniche e ambientali ed il costante monitoraggio dei componenti l’organizzazione a permettere alla polizia di definire i ruoli rivestiti dagli indagati. Emergeva così un gruppo, composto anche di donne, legate da rapporti sentimentali e o di parentela con i capi del gruppo criminale.
Individuate a Roma e Ragusa altri due albanesi che rifornivano abitualmente il gruppo operante nel territorio modicano. Definiti i ruoli: a capo vi era Julian Hohxa; il tunisino Dakhil Majri, ritenuto un abile spacciatore, era anche il custode dello stupefacente che era celato in un’abitazione protetta da cancelli e porte in ferro e raggiungibile unicamente a piedi); Algert Selmani si occupava del trasporto e dello spaccio di droga.
Strategico il ruolo delle donne Erisa Gjonaj, convivente di Hoxhae sua stretta collaboratrice nell’occultamento e nello spaccio della droga; Martina Chiaramonte era la fidanzata di Xhediljano Selmanaj; Fadwa Chaggar e Justyna Wudarczyk, convivente di Dakhil Mejri, che per conto dei sodali pagavano le partite di droga, celavano e spacciavano stupefacente.
Uno specifico ruolo era quello che sarebbe stato ricoperto dalle sorelle Lorenza e Mery Salonia. Le due donne, pur essendo all’epoca delle indagini agli arresti domiciliari, tramite loro corrieri, avrebbero acquistato lo stupefacente dal gruppo criminale ed in particolare da Julian Hoxia, immettendolo, poi sul mercato di Pozzallo, assicurando , così, all’organizzazione di espandere il proprio raggio d’azione e di procurarsi ulteriori guadagni .
Carmelo Baglieri inoltre si sarebbe occupato dell’approvvigionamento a Ragusa presso un fornitore albanese e dello smistamento dello stupefacente anche nei comuni limitrofi a quello modicano; Giorgio Selvagio e Giorgio Assenza, invece, sarebbero stati gli addetti alla rivendita al dettaglio dello stupefacente nella città di Modica.
Le conversazioni intercettate hanno svelato una sorta di codice, così lo stupefacente veniva indicato con il termine “zucchero”, oppure “CD” o anche come pezzi di ricambio di autovetture: “e non lo so io… le chiavi ce le ho…. ma… l’importante che tu hai le chiavi che loro ce le hanno pure le ruote buone” e persino vestiti:” fai una cosa… digli che porta cose buone e vieni qua che…stanno arrivando i vestiti… digli che viene e se li prova”.
Alla stessa maniera, cripticamente, gli indagati trattavano della riscossione dei crediti provento dello spaccio: “devi essere un’ape …. raccogli il più possibile”.
Durante la fase delle indagini sono stati arrestati in flagranza di reato Dakhil Majri, Julian Hoxha, Carmelo Baglieri e Giorgio Assenza, sequestrato 200 grammi di cocaina e poi eroina, hashish, marijuana e somme di denaro.
Arrestata la notte scorsa Lorenza Salonia per detenzione di eroina ed è stato denunciato uno degli indagati per possesso di marijuana. Sequestrato anche un revolver.
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