Un gruppo di nordafricani ospiti dell’hotspot di Pozzallo è fuggito dal centro nel pomeriggio, disperdendosi nei dintorni della spiaggia e nei lotti della zona industriale di Pozzallo-Modica, nell’area sovrastante il porto.
I carabinieri e le forze dell’ordine stanno provando a rintracciarli e a riportarli all’interno del centro dove tra l’altro sono in isolamento 19 migranti che sono risultati positivi al Covid 19.
Il gruppo sarebbe composto da una cinquantina di migranti ma non si tratterebbe di quelli positivi.
Non si tratta della prima fuga di migranti dalle strutture che li ospitano.
Il 2 agosto scorso, 28 migranti si sono allontanati nel cuore della notte dall’ex azienda agricola ‘Don Pietro’ di contrada Cifali tra Ragusa e Comiso dove si trovavano. In 118 erano stati trasferiti lì da Pozzallo dopo essere arrivati con la nave ‘Denaro’ della Guardia di Finanza che li aveva presi a Porto Empedocle. Le forze dell’ordine hanno provato ai impedire che i migranti lasciassero la struttura e durante la fuga un carabiniere era rimasto ferito.
Il 27 luglio scorso invece, erano fuggiti un centinaio di migranti ospiti del Cara di Pian del Lago a Caltanissetta.
Il presidente Musumeci era intervenuto sulla questione, manifestando tutta la propria preoccupazione e chiedendo ancora una volta aiuto al governo regionale.
Inevitabile l’ennesima polemica.
“Avrete già letto dei 100 migranti scappati a Caltanissetta. Si aggiungono ai tunisini scappati a Pantelleria e a quelli evasi dall’hotspot di Pozzallo, i quali, a loro volta, si sommano a tutti gli altri. Nessuno dica che è responsabilità delle forze dell’ordine: fanno tutto quello che possono e siamo loro grati. È semplicemente sbagliato che si faccia finta di nulla da parte del governo di Roma e che si dica che “tutto va bene”, aveva dichiarato il governatore.
E ancora: “Pretendo rispetto per la Sicilia, non può essere trattata come una colonia. Abbiamo dato disponibilità e chiediamo reciprocità, ma vediamo che nella gestione del fenomeno migratorio c’è troppa improvvisazione e superficialità”.
(foto di repertorio)