Nella provincia di Ragusa le elezioni regionali all’interno di Forza Italia lasciano l’amaro in bocca. Il risultato fiunale parla di 7.653 voti di lista e il 7,2 per cento di consensi. da qui parte la riflessione interna agli azzurri. E la candidata in lista Daniela Baglieri, non nasconde la “necessita un cambiamento della rappresentanza politica del partito” nel ragusano.
Queste elezioni dicono che per la provincia di Ragusa sono eletti all’Ars Nello Dipasquale per il Pd, Giorgio Assenza per Fratelli d’Italia, Ignazio Abbate per la Dc nuova e probabilmente anche Stefania Campo per il Movimento 5 Stelle. Non varca la soglia di Palazzo dei Normanni nessuno degli azzurri in lista. La Baglieri, assessore regionale uscente, non è andata oltre alle 392 preferenze, nettamente staccata dal compagno di lista Vincenzo Cannizzaro con i suoi 1.406 suffragi.
“Il risultato elettorale conseguito da Forza Italia nella provincia di Ragusa rende bene l’idea dell’apprezzamento tra la gente dei valori fondativi di questo partito – ha evidenziato Daniela Baglieri -. Una società liberale, il garantismo, lo sviluppo economico e l’attenzione alle fasce deboli sono i valori che mi hanno spinto ad accettare la sfida elettorale e per ciò ringrazio il presidente Micciché per l’opportunità di provare a farmi interprete nel territorio ragusano di questi valori”.
La Baglieri però, dopo la premessa con chiave di lettura ottimistica, apre la ferita: “Il risultato – sostiene – tuttavia è un chiaro segnale della necessità di rafforzare la presenza tra la gente, di ascoltare e tradurre fattivamente le necessità e i bisogni dei cittadini e delle imprese. Mi appello quindi a cinquemila ragusani che non hanno espresso la preferenza, che a loro ragione non hanno ritenuto valida l’offerta politica di Forza Italia. E mi appello a loro esortandoli a scendere attivamente in campo, a promuovere con l’azione politica diretta i valori in cui tutti ci riconosciamo. Da parte mia ci sarà il massimo del supporto e del contributo di idee ed esperienza verso coloro i quali hanno chiaramente espresso il desiderio di un cambiamento della rappresentanza politica”.