Cinque mesi dopo la nomina dei direttori generali delle aziende sanitarie siciliane, la CGIL regionale denuncia la mancanza di interventi concreti per la riorganizzazione del sistema sanitario pubblico. Il sindacato, durante la quarta manifestazione della campagna “Cambiamo il futuro della Sicilia” tenutasi a Modica (RG), ha ribadito la necessità di un’azione immediata da parte del governo regionale. Alfio Mannino, segretario generale regionale CGIL, ha criticato l’immobilismo dell’esecutivo, sottolineando come, nonostante la nomina dei direttori generali, non siano stati avviati interventi significativi per la riprogrammazione della rete ospedaliera, la riduzione delle liste d’attesa e l’attuazione di un piano straordinario di assunzioni per far fronte alla carenza di organico.
Per diciotto mesi, secondo Mannino, la giustificazione per l’inazione è stata l’assenza di una governance. Ora che la governance è stata definita, l’immobilismo persiste, lasciando irrisolti i problemi cruciali del sistema sanitario siciliano. La CGIL rivendica un nuovo piano sanitario che preveda la riorganizzazione della rete ospedaliera, il potenziamento della medicina territoriale e della rete di emergenza-urgenza, e l’integrazione socio-sanitaria, senza trascurare la medicina di genere e la sicurezza sul lavoro.
Francesco Lucchesi, segretario confederale CGIL Sicilia, ha evidenziato la situazione critica della medicina territoriale, definendola “all’anno zero”. Nonostante i finanziamenti previsti dal PNRR, l’attuazione dei progetti procede a rilento. Delle 156 Case di Comunità previste, solo tre sono state realizzate, mentre nessuno dei 43 Ospedali di Comunità è stato completato. Il sindacato esprime inoltre forti perplessità sull’effettivo funzionamento delle Centrali Operative Territoriali e sulla disponibilità del personale necessario per garantire l’operatività di queste strutture.
La CGIL chiede interventi strutturali per affrontare la carenza di personale sanitario. Lucchesi ha definito “briciole” l’incentivo di 18.000 euro annui offerto a chi lavora nelle zone interne, una cifra insufficiente a contrastare la tendenza dei medici a rivolgersi al settore privato, dove le condizioni economiche sono più vantaggiose. Mannino ha sottolineato come anche il governo regionale sembri orientarsi verso il privato, a discapito della sanità pubblica, l’unica garanzia del diritto alla salute per tutti i cittadini.
In Sicilia, circa 800.000 persone rinunciano ogni anno alle cure per motivi economici, mentre molti altri ricorrono ai “viaggi della speranza” verso regioni con sistemi sanitari più efficienti. La mobilità sanitaria, secondo la CGIL, genera un debito di oltre 289,1 milioni di euro l’anno. Il documento rivendicativo del sindacato evidenzia l’aumento delle patologie cronico-degenerative legato all’invecchiamento della popolazione, sottolineando la necessità di un’organizzazione territoriale h24, di servizi di assistenza domiciliare integrata, di riabilitazione e di strutture per la gestione delle lungodegenze adeguate per numero, distanza e qualità dell’assistenza.
La CGIL chiede inoltre il rilancio dei consultori, il rafforzamento dei dipartimenti di salute mentale, un incremento dei punti nascita, interventi per la non autosufficienza, la riqualificazione delle RSA e CTA, il potenziamento degli SPRE.SAL e la stabilizzazione del personale precario. Alla manifestazione di Modica hanno partecipato rappresentanti delle istituzioni, operatori sanitari e i segretari generali dello SPI e della Funzione Pubblica CGIL, Maria Concetta Balistreri e Gaetano Agliozzo.