Poche certezze e tanti dubbi sul futuro dell’impianto di polietilene di Ragusa, targato Versalis, che l’azienda ha deciso di chiudere. La Cna Fita Sicilia, rappresentata da Giorgio Stracquadanio, Saro Tumino e Daniela Taranto, temono che la riconversione possa essere solo sulla carta, tenuto conto che sullo stabilimento Versalis di Priolo, per la produzione di cracking, Eni ha definito già un piano di investimento pari a 900 milioni di euro per trasformarlo in una bioraffineria.

Il tavolo al Mimit

E Ragusa? Se, in un primo momento, uno dei manager Eni  aveva parlato genericamente di  realizzare un centro di competenze, nel corso del tavolo al Mimit del 13 dicembre, è passata un’altra linea, come sostenuto dalla Femca Cisl, cioè di far diventare lo stabilimento un’unità sperimentale focalizzata sulle tecnologie di riciclo. Una tesi che, secondo quanto sostenuto dalla Cna, Eni aveva indicato nel luglio scorso nel rapporto dal titolo A Just Transition (Una giusta transizione). Nelle sue 53 pagine, il documento evidenzia le strategie industriali di Versalis, che punta a una leadership nella chimica da fonti alternative attraverso l’acquisizione di Novamont, leader nella bioeconomia circolare e nelle bioplastiche da materie prime rinnovabili”.

Ragusa rientra nella Transizione?

La domanda è: in questo prospettiva rientra anche l’impianto di Ragusa. “Alla data di pubblicazione di questo rapporto – spiegano – ENI Versalis si presentava come un’azienda guida nel settore della nuova chimica, con un piano industriale chiaro e ambizioso. Per questo ci chiediamo: l’impianto di Ragusa fa parte di questa nuova programmazione? È concepibile che un’area strategica per l’agricoltura, che necessita di plastiche innovative per le serre, venga esclusa dal progetto?”.

“ENI – concludono – dispone già di un piano industriale dettagliato. Quello che chiediamo ora è chiarezza: l’impianto di Ragusa sarà incluso o resterà escluso, lasciato a promesse generiche e incerte? Serve un confronto serio e costruttivo per garantire che questa transizione sia davvero ‘giusta’ per il territorio e per chi ci lavora ogni giorno”.