Vertice a Palazzo d’Orleans tra il presidente della Regione Renato Schifani e i vertici di Versalis, la società del gruppo Eni proprietaria degli stabilimenti di Priolo e di Ragusa.

Lo scenario

Mentre il primo chiuderà nel 2025, il secondo è già fermo e nei giorni scorsi a Roma si è tenuto al ministero per il Made in Italy il tavolo tecnico sull’Eni, al termine del quale è stato chiesto all’azienda di fornire un cronoprogramma sul piano di riconversione e di definire gli strumenti per la protezione dell’occupazione e dell’indotto.

L’incontro tra Eni e Schifani

Nel corso della riunione il presidente Schifani, “ha espresso l’urgenza di ottenere una relazione dettagliata e completa sul progetto di riconversione proposto dall’azienda. Il presidente ha sottolineato l’importanza di valutare attentamente le ricadute occupazionali che ne deriveranno, evidenziando come la tutela dei lavoratori e la promozione dello sviluppo economico del territorio siano priorità assolute per il governo regionale” si legge nella nota della presidenza della Regione.

Il Governatore, “valuteremo i passi da fare”

Da parte sua, il presidente della Regione ha spiegato che “solo dopo aver ricevuto e analizzato la relazione fornita da Eni valuteremo i passi da compiere per garantire la massima tutela degli interessi dei lavoratori, delle famiglie coinvolte e della comunità locale, senza compromettere le prospettive di sviluppo sostenibile per la nostra Regione”.

Il futuro

Se è più chiaro il futuro dell’impianto di Priolo, che nei piani dell’Eni diventerà una bioraffineria, meno certo è quello di Ragusa: genericamente, si è parlato di un centro di eccellenza per le tecnologie anche se, a margine del tavolo a Roma, la Femca Cisl ha sostenuto che “il polo dovrebbe diventare un’unità sperimentale, focalizzata sulle tecnologie di riciclo (meccanico e chimico) e sulla circolarità (bio e agricola)”.

La mossa della Regione

Prima di Schifani,  aveva parlato l’assessore alle Attività produttive Edy Tamajo, per cui la priorità per il Governo regionale è “salvaguardare i livelli occupazionali, diretti e indiretti”.