Tempi brevi ma non brevissimi quelli della Commissione chiamata a dover decidere quali delle tre proposte pervenute al Comune di Ragusa sarà scelta per la gestione del Castello di Donnafugata.
Lo strappo istituzionale
Oltre a Civita Sicilia srl e Logos società cooperativa da un lato e la Pro Loco, con altri partner, dall’altro, in campo è sceso , come è ormai noto, un ente pubblico e commissariato, il Libero consorzio che ha deciso di partecipare all’avviso in quanto ritiene di avere le carte in regola per la valorizzazione del bene ma quel che emerge è soprattutto lo scontro istituzionale, messo nero su bianco quando il commissario dell’ex Provincia, in una determina, prende posizione contro la giunta iblea, guidata dal sindaco Cassì, autore di “azioni amministrative” che ” non risultano assolutamente condivisibili”.
Chi sono i partner dei Libero consorzio
Il Libero consorzio, ai fini della partecipazione al Partenariato speciale pubblico-privato, che avrà una durata decennale, si è fatto promotore della costituzione di una Fondazione, con un capitale di 100 mila euro, usando risorse pubbliche, con la collaborazione di altri partner, resi noti nel corso della conferenza stampa del 14 ottobre scorso: CoopCulture, Vivaticket, Aurea Phoenix, Sudestasi Contemporanea, M’arte scultura, Orto Botanico del Sistema Museale di Ateneo dell’Università degli Studi di Palermo, Medialive, Bepart, U’Game, Porto Turistico Marina di Ragusa Spa.
La lettera al Maxxi di Roma e le critiche al Comune
L’ex provincia di Ragusa ha provato a tirare dentro anche il Maxxi di Roma, come svelato da una lettera, inviata al presidente reggente della Fondazione del Maxxi, Emanuela Bruni, senza, però, centrare l’obiettivo.
Nel documento, emerge, ancora una volta, il dissenso nei confronti del Comune di Ragusa, infatti in un passaggio viene indicato che la proposta dell’amministrazione di procedere con l’avviso “ha scatenato nei territori molteplici polemiche in ordine alla privatizzazione del Castello in quanto la stessa non segue una valutazione economica da parte del Comune, elemento propedeutico ai sensi e per gli effetti di quanto prescritto nell’articolo 175 tanto da compulsare l’intervento istituzionale del prefetto e del libero consorzio (la ex provincia di Ragusa)”.
Lo scacchiere politico attorno al Castello
Le polemiche tirate in ballo dal Libero consorzio sono, in realtà, di matrice politica: contro il piano di cessione della gestione del Castello, legato, nell’ottica del Comune, ad una concreta impossibilità di far fronte ai costi, in quanto ritenuto una svendita ai privati, si sono posti il M5S, il Pd, ed il consigliere di Generazione, Gaetano Mauro, figlio del senatore Giovanni Mauro, uno dei primi ad entrare in Forza Italia nel 1994.
Ma per il sindaco non si tratterebbe di una svendita: solo per il primo anno i gestori, nella tesi del capo dell’amministrazione, pagherebbero somme per 700 mila euro solo per il personale, 200 mila per servizi gestionali, 95 mila per la promozione e 360 mila per la manutenzione ordinaria, comprendente varie voci.
E dallo scontro politico si è passati, in poco tempo alle polemiche istituzionali, con il Libero consorzio che, oltre a contestare l’iniziativa del Comune, proprietario del bene, si è posto come una sorta di Salvatore dello stesso, assumendo i panni di player per la sua gestione.
E nella lettera al Maxxi, con l’obiettivo di reclutarlo, si evince un passaggio importante scaturito dall’incontro col prefetto: “Di seguito a questa attività è stata raggiunta un’intesa sul tavolo prefettizio: il Libero consorzio parteciperà alla manifestazione di interesse…”.
Le parole del commissario Valenti, “prefetto garante”
Il commissario del Libero consorzio, al termine di quell’incontro, ha ringraziato il prefetto che “si è fatto garante di questa nostra azione che mira a mantenere il bene sotto la specifica tutela del diritto pubblico e sotto i controlli e le garanzie di legge”.
Inoltre, “abbiamo chiesto l’intervento del Prefetto perché era opportuno un dialogo mediato, in quanto l’Ente comunale è comunque stazione appaltante e non ci è sembrato opportuno intrattenere rapporti diretti” si legge nella nota del Libero consorzio che ha, comunque, deciso di impegnare l’ente indipendentemente delle elezioni, di primo o di secondo livello, più o meno imminenti, che riconsegneranno le ex province alla politica e non più ai commissari.
Gli incarichi
Nella proposta del Libero consorzio sono indicati anche i nomi di chi avrebbe dei ruoli in caso la proposta fosse quella vincente, come emerge in un comunicato diffuso dopo la conferenza stampa del 14 ottobre con il Direttore generale dell’ente Nitto Rosso.
“Direttore artistico – si legge nella nota del Libero consorzio di Ragusa – del Complesso monumentale del Parco e del Castello sarà Enrico Castiglione, regista, scenografo, direttore artistico italiano, conosciuto ed acclamato a livello internazionale per le sue regie teatrali ed insieme cinematografiche di opere liriche ed eventi musicali, con oltre duecento produzioni regolarmente trasmesse dalle principali reti televisive del mondo. Direttrice del Castello di Donnafugata e del Mudeo sarà Evelina De Castro, direttrice del Museo Regionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Palermo, coadiuvata dallo storico dell’arte e curatore Andrea Guastella. Direttore del Parco del Castello sarà Rosario Schicchi, direttore dell’Orto Botanico del Sistema Museale d’Ateneo dell’Università degli studi di Palermo”.
Le polemiche sulle selezioni
Di nomi ce ne sono altri ma il punto, sollevato da una fonte, sono le modalità ed i criteri di selezione, sulla questione, però, il commissario del Libero consorzio, a margine della conferenza stampa, ha spiegato che gli “incarichi saranno dunque disciplinati dalla legge dello Stato e della Regione, parimenti alle assunzioni ed a tutte le spese che saranno effettuate”. Gli scontri politici non sono ancora chiusi, anzi con la commissione in pieno lavoro per selezionare la proposta migliore, il Pd di Ragusa, ha chiesto allo stesso sindaco di fare marcia indietro. Un altro tassello che svelerebbe quanto sia politica la questione del Castello di Donnafugata.
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