Oltre 10 tonnellate tra prodotti chimici, fertilizzanti, concimi, sementi alterate e pesticidi rigorosamente vietati in agricoltura biologica sono stati sequestrati nel ragusano dalla Guardia di Finanza nell’ambito di una operazione nei confronti di aziende certificate “Bio” che percepivano indebitamente anche contributi dalla Ue.
I finanzieri del Comando Provinciale di Ragusa hanno eseguito complessivamente 15 provvedimenti di perquisizione e sequestro emessi dalla locale Procura della Repubblica nei confronti, tra gli altri, di 9 titolari di aziende agricole, tutti indagati per i reati di frode in Commercio e truffa aggravata ai danni dello Stato e dell’Unione Europea, nell’ambito di una complessa indagine di polizia tributaria e giudiziaria, che ha portato alla luce una indebita percezione di finanziamenti ed incentivi all’agricoltura per circa 1 milione di euro ed una maxi frode commerciale nel settore agroalimentare “Biologico” siciliano.
Le indagini, avviate all’inizio del 2017, avrebbero permesso di scoprire un articolato sistema di frode finalizzato alla commercializzazione, sia in Italia che verso i principali Paesi europei, di prodotti ortofrutticoli che venivano falsamente etichettati come provenienti da agricoltura “Biologica e Biodinamica”.
In molti casi, per soddisfare la crescente domanda dei mercati esteri, in eccesso rispetto alle disponibilità di raccolto, venivano incamerati nei magazzini aziendali anche partite di prodotti provenienti direttamente da terreni, non certificati “Bio”, di ignari produttori agricoli della zona. Il sistema di frode, poi, si completava attraverso l’alterazione dei risultati delle analisi chimiche eseguite su campioni di prodotti confezionati ed etichettati per essere destinati alla grande distribuzione ad un prezzo notevolmente superiore, oppure venduti come materia prima “Biologica” all’industria locale.
La prova della frode sarebbe appunto il sequestro di oltre 10 tonnellate tra prodotti chimici e pesticidi rinvenuti nei magazzini aziendali e nei terreni dichiarati ufficialmente nel Programma Annuale di Produzione delle aziende agricole certificate, per la coltivazione dei quali venivano illecitamente percepiti contributi e finanziamenti pubblici della Politica Agricola Comune europea.
In alcuni casi, i finanzieri sono riusciti anche a risalire alle ditte fornitrici degli agenti chimici, scoprendo, tra l’altro, un sistema di evasione fiscale di oltre 200mila euro. L’esame della documentazione sequestrata, concernente acquisti e vendite tra il 2015 ed il 2017, ha consentito di quantificare in oltre 8 milioni di euro l’ammontare delle movimentazioni di falsi prodotti “Bio” effettuate dalle aziende controllate, con una indebita percezione di contributi, finanziamenti ed agevolazioni pubbliche proprie dell’agricoltura biologica, pari a circa 1 milione di euro.
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