La situazione dell’Aras, l’associazione regionale allevatori siciliani dichiarata fallita dal Tribunale di Palermo preoccupa il mondo politico e sindacale siciliano. Una decisione che potrebbe provocare il crollo dell’intero settore zootecnico siciliano, e della provincia di Ragusa in particolare.
A parlare di “un fatto gravissimo, che avrà ripercussioni devastanti sui nostri allevatori, in quanto l’Aras fornisce un servizio pubblico, su deleghe dell’Aia, che non può assolutamente essere interrotto” è Vincenzo Vinciullo, presidente della Commissione ‘Bilancio e Programmazione’ all’Ars.
Il deputato Vinciullo ha deciso di convocare in seduta congiunta le tre Commissioni, in modo da affrontare immediatamente la questione di estrema importanza per quanto riguarda gli allevatori che, grazie all’Aras, riescono ad ottenere i contributi da parte della Comunità Europea.
“Fermo restando che si dovrà procedere alla salvaguardia di tutti i posti di lavoro, come è giusto che sia, eliminando, se del caso, tutta una serie di zone d’ambra, che hanno funestato alcuni rami dell’Aras negli ultimi anni, ritengo – ha aggiunto il deputato Vinciullo – che l’Aia debba immediatamente riprendere su di sé la titolarità dei controlli, così come prevede la legge, e, nel frattempo, mercoledì, verificare se l’Istituto Sperimentale Zootecnico per la Sicilia e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale per la Sicilia sono nelle condizioni di assorbire il personale e di esercitare questi controlli su delega dell’AIA.
A Vinciullo fa eco, la collega dell’Ars del Movimento Cinque Stelle, Vanessa Ferreri: “Il fallimento dell’associazione regionale Allevatori della Sicilia, dichiarata ieri dalla sezione Fallimentare del Tribunale di Palermo, potrebbe provocare il crollo dell’intero settore zootecnico siciliano, e della provincia di Ragusa in particolare”.
“Era noto da tempo che l’Aras navigasse in cattive acque, sia a causa del fatto che la Regione ha progressivamente diminuito negli anni il contributo che le versa, sia per colpa di una quasi decennale gestione commissariale che non ha fatto altro che aggravare e accelerare il collasso organizzativo, finanziario ed amministrativo dell’ente”, spiega la parlamentare iblea.
“L’unica soluzione per dare stabilità organizzativa all’associazione Allevatori e serenità ai lavoratori era quella dell’accorpamento ‘in convenzione’ delle funzioni, del personale, delle sedi e delle attrezzature dell’ente con l’Istituto sperimentale zootecnico della Sicilia, una proposta condivisa dal M5S e apprezzata anche dall’allora assessore regionale all’agricoltura Cartabellotta, ma poi mai attuata da questo governo, a dimostrazione ancora una volta del suo totale disinteresse verso i problemi dell’agricoltura siciliana”.
A rischio c’è adesso l’intero comparto zootecnico dell’isola, in quanto l’Aras svolgeva un servizio essenziale per la certificazione della carne proveniente dai nostri allevatori, che, in mancanza di tale certificazione, non potrà più essere venduta.
Anche i sindacati di categoria Flai Cgil, Fai Cisl, Uila Uil e Confederdia chiedono all’Aia, l’associazione nazionale di riferimento di “disporre un atto di reclamo finalizzato alla sospensione della sentenza del Tribunale fallimentare e di avviare un’ interlocuzione con il curatore fallimentare per la ripresa delle attività dei lavoratori”.
Dopo la sentenza (del 2 marzo 2017) sono stati apposti i sigilli alla sede regionale dell’associazione e sono stati sospesi i lavoratori.
I sindacati chiedono anche un incontro urgente con l’assessore regionale all’agricoltura affinchè possano essere rispettate le scadenze per accedere ai premi Pac “visti i reali problemi di liquidità dell’Aras” .
“E’ una vicenda paradossale- scrivono i rappresentanti delle quattro sigle sindacali nella nota inviata alle istituzioni regionali, al direttore dell’Aia e al Commissario dell’Aras- considerando il nostro impegno di questi mesi, con tutte le forme contrattuali, per salvaguardare i lavoratori e le attività, con l’approvazione anche di una riorganizzazione del lavoro che agevolasse l’ente nel tenere i conti in equilibrio”. I sindacati chiedono la ripresa delle attività; all’Aia e al governo regionale dunque un incontro “per concertare le iniziative finalizzate ad evitare l’interruzione del pubblico servizio svolto dall’Aras nel settore zootecnico”.
Intanto, l’assessore regionale all’Agricoltura Antonello Cracolici ha convocato il direttore generale dell’Aia (Associazione Italiana Allevatori) , ente al quale sono affidati per legge i controlli funzionali per la tenuta dei registri genealogici, per discutere della grave crisi che si è determinata a seguito della notifica della procedura di fallimento dell’Aras (Associazione regionale allevatori della Sicilia). L’incontro è stato fissato per mercoledì prossimo a Palermo.
Per Michele Cimino, portavoce di Sicilia Futura e deputato Ars: “Il fallimento dell’Associazione allevatori (Aras) è emblematico di come l’Assessorato regionale all’Agricoltura non abbia saputo risolvere una vertenza che riguarda importanti funzioni nel campo del controllo dei bovini e degli ovini e il lavoro di 120 dipendenti. Occorre trovare subito una soluzione per non disperdere la professionalità di questi dipendenti, per i quali va trovato un ricollocamento-assorbimento in altri enti e istituti regionali come lo Zootecnico e lo Zooprofilattico. E’ grave che in un settore in cui talvolta la mancanza di controlli e le gestione degli stessi in mano a soggetti coinvolti in indagini contro organizzazioni criminali ha determinato un incremento di pandemie con rischi anche per l’uomo. Il governo Crocetta affronti immediatamente la vicenda e provveda al ripristino di tali controlli affidando le competenze ex Aras e utilizzando il personale allo stato sospeso”.
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