Non c’è tregua per gli agricoltori iblei. A peggiorare ulteriormente la loro situazione, già oltremodo critica a causa della crisi di mercato, della virosi e dei danni provocati dal maltempo, adesso contribuisce anche il Consorzio di Bonifica di Ragusa.
La denuncia arriva dalla deputata iblea all’ARS del M5S Vanessa Ferreri.
“Ai nostri agricoltori – dice la parlamentare – stanno in questi giorni arrivando salatissime cartelle di pagamento da parte del consorzio di bonifica, con il canone annuale aumento anche del 400 per cento”.
L’aumento è dovuto ad una contestatissima norma contenuta nella scorsa legge di stabilità, l’articolo 47 comma 11, della legge regionale 7 maggio 2015, n. 9, in cui viene stabilito che i Consorzi di bonifica debbano adottare tutte le misure amministrative e gestionali finalizzate al conseguimento dell’equilibrio finanziario entro l’esercizio finanziario 2020, e si diminuisce a scaglioni la contribuzione da parte della Regione.
“Eravamo stati facili profeti – afferma la deputata – quando in aula ci siamo battuti contro l’approvazione di questa norma, prevedendo che a pagare il conto sarebbero stati, come sempre, gli anelli più deboli della catena, ovvero gli utenti finali del servizio, i nostri agricoltori. Nonostante gli atti parlamentari già presentati dal M5S, nulla è cambiato e le cartelle pazze continuano ad arrivare”.
Da qui l’ennesimo atto, una mozione, per chiedere, già nell’assestamento di bilancio che a breve sarà sottoposto all’esame del Parlamento siciliano, l’abrogazione immediata della norma e congrue risorse per i consorzi di bonifica, così da permettere loro il ritiro in autotutela delle delibere di aumento dei canoni e scongiurare ulteriori aumenti.
“Questo nuovo balzello per gli agricoltori della fascia trasformata – conlude la Ferreri – non solo è odioso, ma è l’emblema della politica agraria miope e scollegata da ogni realtà di questo governo, che invece di intervenire seriamente a sostegno di un settore già martoriato, attuando la riforma dei consorzi di bonifica già approvata con l’articolo 13 della legge regionale 5/2014 e facendosi scudo contro gli scellerati accordi economici europei, interviene a sostegno di enti che hanno dimostrato in questi ultimi anni di essere soltanto fonti di maxi stipendi e di bilanci fantasma, di enormi buchi di bilancio e di atteggiamenti anomali, scorretti e poco trasparenti nei confronti dei propri lavoratori”.
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