Ragusa

Aggressioni omofobe, identificato il branco: indagati 11 minori

Undici minorenni sono indagati nell’ambito di indagini della polizia perchè accusati di fare parte di un ‘branco’ responsabile di due aggressioni omofobe commesse a Vittoria, nel Ragusano, lo scorso dicembre.

Le indagini della squadra mobile di Ragusa e del commissariato di Vittoria, avviate dopo la denuncia delle vittime, sono state coordinate dalla Procura per i minorenni di Catania. In un caso gli indagati hanno seguito la vittima provocandola, con insulti, spinte e poi colpita con calci e pugni, interrotti dall’arrivo di un passante.

Un importante aiuto alla identificazione dei minorenni è giunto dalla visione dei filmati di impianti di videosorveglianza. Alcuni degli indagati, anche su pressioni degli ignari genitori, hanno ammesso in lacrime le loro responsabilità davanti al magistrato.

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Agli undici è stato notificato un avviso di conclusione indagini per lesioni aggravate dall’omofobia. Altri due maggiorenni sono indagati dalla Procura di Ragusa.

Due gli episodi al centro delle indagini del commissariato di polizia di Vittoria e della squadra mobile della Questura di Ragusa: il 14 e il 17 dicembre 2018. La prima volta il ‘branco’ aveva insultato un 21enne con frasi omofobe poi, nonostante il giovane avesse chiesto loro di lasciarlo in pace, lo hanno seguito e picchiato immobilizzandolo.

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L’intervento di un commerciante ha messo in fuga i bulli, dando poi rifugio al giovane omosessuale che ha deciso di raccontare quanto accaduto e ha sporto denuncia alla polizia. Tre giorni dopo, una delegazione dell’Arcigay presieduta da Igor Marco Garofalo, presidente del comitato territoriale di Ragusa, si era recata in municipio dove era stata accolta dai commissari del Comune di Vittoria per avviare iniziative di sensibilizzazione contro l’omofobia.

All’uscita dal Comune la delegazione era stata ‘puntata’ dal ‘branco’ con insulti e il lancio di una bottiglia piena che ha colpito al collo un giovane. Anche in quella occasione erano state allertate le forze dell’ordine.

(foto repertorio)

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