C’è un indagato per il tragico naufragio in cui sono morti almeno quattrocento migranti. Si tratta di un sudanese di 29 anni fermato dalla polizia a Pozzallo assieme ad altro tre presunti scafisti, uno dei quali minorenne, accusati avere condotto altre imbarcazioni poi soccorse nel Canale di Sicilia.

La nuova tragedia è stata ricostruita dagli inquirenti grazie alle testimonianze dei superstiti.

Due barconi, con a bordo circa mille migranti, sono partiti dalla Libia la notte tra il 25 ed il 26 maggio. Una prima imbarcazione era già carica, ma le persone da far partire erano molti di più, quindi, con una cima, è stato agganciato alla barca il peschereccio poi naufragato.

Dopo 8 ore di navigazione il natante trainato ha iniziato ad imbarcare acqua ed i migranti con una catena umana hanno provato in tutti i modi a svuotare il peschereccio, ma è stato un un lento affondare. Secondo le testimonianze, dopo un’ora e mezza circa, il natante trainato era quasi del tutto andato sotto il pelo dell’acqua, così lo scafista avrebbe ordinava ai passeggeri di tagliare rapidamente la cima.

Quando la fune era al massimo della tensione un migrante l’ha mozzata e come una fionda ha colpito violentemente una giovane donna creandole delle ferite letali. A nulla sono valsi i tentativi di salvarla da parte dei compagni di viaggio.

Una volta tagliata la cima i migranti dell’imbarcazione trainata che erano sopra coperta si sono gettati in mare, quelli nella stiva, circa 300, sono colati a picco. Dei duecento migranti caduti in mare, dovrebbero essersene salvati solo in 90, 79 dei quali condotti al porto di Taranto da una nave spagnola ed ascoltati dalla squadra mobile pugliese.

I pochi superstiti, meno di una decina, sono a Pozzallo. La versione dei fatti è stata descritta anche dai passeggeri del barcone che rimorchiava quello andato a fondo, gli stessi migranti che avrebbero individuato lo scafista.

Agghiaccianti alcuni particolari che emergono dalla ricostruzione degli inquirenti ragusani come la morte di una giovane donna colpita violentemente dalla cima che trainava il peschereccio, un tragico effetto fionda che l’ha ferita mortalmente al collo.

I testimoni, ascoltati per ore, avrebbero anche riferito che il sudanese fermato nonostante centinaia di persone in acqua, avrebbe abbandonato il luogo del naufragio lasciando annegare i migranti caduti in mare.

Tra le centinaia di passeggeri del barcone vi erano circa 40 bambini e nessuno è stato tratto in salvo. Solo negli ultimi tre giorni sono stati accertati tre naufragi.  Nel porto della cittadina ragusana, nelle ultime 72 ore, sono giunti complessivament 699 migranti salpati dalla Libia.

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