Ragusa

Addio Alessio, piccolo angelo: Vittoria si ferma fra applausi e lacrime (VIDEO)

Una città intera in lacrime ha reso omaggio al piccolo Alessio, falciato da un Suv giovedì sera mentre stava giocando davanti alla sua casa.

La Chiesa di San Giovanni era stracolma di gente, più di tremila persone almeno, famiglie intere che hanno voluto testimoniare vicinanza e affetto alla famiglia del piccolo Alessio ma anche la risposta civile di una città alle scorribande di criminali che hanno spento la vita di un ragazzino di 11 anni.

A celebrare la messa il vescovo di Ragusa Carmelo Cuttitta che ha ricordato l’insegnamento che la morte di Alessio potrà dare. “Oggi Alessio e’ con noi – ha detto il Vescovo- e lo sarà sempre. Il suo sacrificio non resti vano”.

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Proprio mentre si celebravano i funerali del piccolo Alessio arrivava la notizia che è morto anche Simone, il cuginetto che era con lui, non ce l’ha fatta. Da venerdì mattina lottava con la morte dopo un delicato intervento a Messina. Aveva già perso le gambe e adesso ha raggiunto il suo inseparabile cuginetto

La notizia della morte di Simone D’Antonio 12 anni, l’altro cuginetto falciato giovedì dal Suv guidato da Rosario Greco, 37 anni, accusato di omicidio stradale aggravato, di omissione di soccorso, guida in stato di ebbrezza e sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, che è stato arrestato, arriva nel pieno della cerimonia funebre di Alessio, 11 anni, altra vittima dell’incidente, con un’intera città che si è fermata per rendergli omaggio. E’ un doppio choc. Già in tremila piangono per Alessio. Altre lacrime si aggiungono per Simone.

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La chiesa si ammutolisce, il passaparola fa scattare un pianto collettivo. Non nasconde la sua emozione il vescovo di Ragusa. “Quando ho saputo di questa tragedia – dice monsignor Carmelo Cuttitta – ho pianto, lo confesso”.

“Lascerò Vittoria. Dopo questa tragedia non riesco più a vivere in questa città” dice Alessandro D’Antonio il padre di Alessio a chiusura delle orazioni funebri per il figlio. Arriva sull’altare stremato, senza più lacrime ma ha la forza di gridare la sua rabbia. “Non riesco più ad entrare nella mia casa”, dice.

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